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Giovedì, 25 Aprile 2024
Territorio

Enti locali, Confcommercio Forlì: "Un Provincione? No, serve la Regione Romagna"

Zattini sottolinea che "l’ipotesi da qualcuno prefigurata e auspicata di un Provinciale romagnolo con più poteri e funzioni ci pare aleatoria e utopistica"

"Una Romagna forte, attrezzata, infrastruttura, servita, che non sia parente povera e quindi destinataria di risorse minori rispetto all’Emilia, ma che venga valorizzata pienamente per quello che può essere il suo valore in termini di imprenditorialità, turismo, terziario, commercio, servizi, cultura, agricoltura". Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio Forlì, si inserisce nel dibattito accesso da Agci, i Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna in occasione dell’incontro organizzato da Alleanza delle Cooperative Italiane (Aci) e proseguito poi da Confindustria Romagna in occasione del secondo incontro del progetto "Città Romagna"

"Confcommercio di Forlì - rimarca Zattini - da sempre si batte e quindi il rinnovato dibattito su come dotare la Romagna di un assetto istituzionale tale che gli obiettivi possano essere più facilmente raggiungibili ci trova in prima linea e pronti ad offrire il nostro contributo". Il direttore di Ascom tiene a ricordare che "Confcommercio rappresenta gli imprenditori, persone pratiche e pragmatiche poco avvezze agli equilibrismi dell’ingegneria istituzionale, ai dibattiti teorici sulla forma che fumosamente si allontana dalla sostanza dei problemi. La sostanza dei problemi è che la Romagna può dare tanto, ma deve avere di più, in dotazioni infrastrutturali, in modo tale che siano pari alla grande attrattivi del nostro territorio".

Dopo questa premessa, Zattini sottolinea che "l’ipotesi da qualcuno prefigurata e auspicata di un Provinciale romagnolo con più poteri e funzioni ci pare aleatoria e utopistica. Le Province sono state depotenziate e c’era un progetto, addirittura, per abolirle andato in fumo in seguito al voto sul referendum costituzionale nel 2016. Da allora le province sono rimaste operative, ma depotenziate, come se fossero superstiti sopravvissuti senza neppure le dotazioni necessarie per svolgere fino in fondo le due funzioni che hanno maggiore impatto sulla vita concreta delle persone: la manutenzione delle strade e quella delle scuole secondarie di secondo grado. Figuriamoci il resto. Ora c’è chi prova a restituire dignità alle Province evocando addirittura un provinciale che, anche nel termine, evoca una sorta di carrozzone che unirebbe enti già di per se stessi privi di progettualità e poteri".

"La somma di queste carenze sarebbe forse una carenza ancora maggiore, allora a nostro avviso resta valido il progetto originario di Regione Romagna, suffragato da tutte le condizioni necessarie per poterlo realizzare, dando alla Romagna ciò che non ha: i poteri per crescere di più, avere maggiori infrastrutture, fare decollare i suoi turismi e la sua offerta culturale, enogastronomica, sportiva - continua -. La Regione Romagna secondo la Confcommercio di Forlì non è una richiesta ideologica, né tanto meno una istanza contro la Regione attuale. Qui non c’entrano le posizioni tattiche dei partiti, ma  conta la strategia per rendere la Romagna più forte. La richiesta della Regione Romagna è ’il riconoscere che una piena valorizzazione della Romagna, tale da permettere lo sprigionarsi di tutte le sue potenzialità, può avvenire con un assetto istituzionale che le conferisca autonomia e pieni poteri, in una logica ribadiamo non oppositiva rispetto all’Emilia".

Per il direttore di Ascom-Confcommercio, quindi, "il Provincione nascerebbe male già con la sola parola, che riesuma, con l’accrescitivo, ciò che è minimo perché  è stato affossato. E chissà quanti anni ancora passerebbero per configurare questo ente anomalo, che temiamo proprio non abbia in partenza i requisiti necessari per raggiungere gli obiettivi di cui la Romagna ha bisogno. Avremmo tanto fumo e zero arrosto. Meglio allora impiegare il tempo per avviare un percorso serio per costituire la Regione Romagna, senza che venga avversata, come troppo spesso è avvenuto in questi anni da parte di molti, barricandosi su posizioni meramente ideologiche, che si sono sottratte al merito dei problemi in campo".

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