rotate-mobile
Politica

Patrocinio alla Festa delle Famiglie, attacco della Lega: "Non è nei nostri valori". Minutillo: "Serve una verifica di maggioranza"

"Il centrodestra che voglio rappresentare difende la famiglia non vuole diventare la sua brutta copia e non cala le braghe davanti all’agenda del pensiero unico che intende ridisegnare il concetto di famiglia"

Cresce il dissenso politico, nell'area di centrodestra sulla decisione dell'assessorato alla Cultura del Comune di Forlì di dare il proprio patrocinio, assieme a Regione e Provincia, oltre che il Comune di Cesena e altri comuni, alla "Festa delle famiglie" al parco urbano, previsto per domenica pomeriggio. Se da parte sua il Pd ha salutato con favore il patrocinio, arriva invece il no del consigliere regionale leghista Montevecchi e del gruppo consigliare di maggioranza "Centrodestra per Forlì", guidato da Davide Minutillo.

“Da esponente politico eletto nella Lega come consigliere regionale e referente interno del Dipartimento “Famiglia e Valori Identitari” in Romagna, mi dissocio dalla decisione del comune di Forlì - assessorato alla cultura, di concedere il patrocinio alla “Festa delle famiglie arcobaleno” che si svolgerà domenica": è la presa di posizione di Matteo Montevecchi, consigliere regionale della Lega che attacca il Comune, retto dalla stessa Lega. Così Montevecchi: "Ritengo di una gravità inaudita che un Comune di area centrodestra decida di concedere patrocini ad una iniziativa che assume un carattere politico-ideologico e che sostiene le adozioni da parte delle coppie dello stesso sesso, legittima di fatto il ricorso alla pratica dell’utero in affitto e promuove l’ideologia gender. Non a caso il Partito Democratico si è affrettato a congratularsi affermando: "Importante il sostegno della giunta comunale di Forlì". Purtroppo non è il primo episodio, già mesi fa il comune aveva promosso un progetto comunale che tra gli obiettivi contemplava il rispetto dell’identità di genere, in salsa Ddl Zan". 

Ed ancora: "Ciò costituisce un tradimento nei confronti della difesa della famiglia e dei diritti dei bambini di crescere con una mamma e un papà. Il centrodestra che voglio rappresentare difende la famiglia, non ha un complesso di inferiorità nei confronti della sinistra, non vuole diventare la sua brutta copia e non cala le braghe davanti al mainstream e all’agenda del pensiero unico che intende ridisegnare il concetto di famiglia in chiave relativista e ideologica. Il Comune di Forlì ritiri il patrocinio concesso ed esca dalla Rete ideologica Ready di cui ancora risulta fare parte. Invito tutti gli esponenti di centrodestra locali a sposare la mia richiesta”.

"Trovo gravissimo il patrocinio della giunta di centrodestra di Forlì al festival delle famiglie Lgbt, in cui tra l'altro è previsto il coinvolgimento di bambini piccoli e piccolissimi, oltre alle immancabili "letture per l'infanzia" che ben conosciamo - afferma il senatore della Lega, Simone Pillon -. Quello di Forlì non è un evento neutro, ma parte integrante di una campagna ideologica alla quale le forze di centrodestra si son sempre dette contrarie. Difendiamo la libertà educativa e lasciamo la promozione del gender alla sinistra e alla Cgil. Mi auguro che sindaco e giunta ci ripensino”.

Sulla stessa linea Minutillo: "Difficile immaginare che l'annunciata Festa delle  famiglie organizzata dall’associazione Famiglie arcobaleno Emilia-Romagna e Marche al Parco Urbano di Forlì non si trasformi in una facile tribuna per propagare battaglie politiche di parte e diffondere modelli  tuttora ampiamente divisivi, nel tentativo di omologare generi e identità. E che nell'iniziativa siano incluse anche attività dedicate ai minori ci fa chiedere se ne sia stato almeno condiviso il contenuto con le istituzioni pubbliche che hanno concesso il patrocinio. Per primo il Comune di Forlì. Il fatto è che l'assessore alle pari opportunità Andrea  Cintorino, sindaco e giunta non hanno informato i partiti della coalizione di questa iniziativa che per i temi trattati non coinvolge soltanto le forze politiche  ma anche l'opinione pubblica”. Davide Minutillo, capogruppo di Centrodestra per Forlì,  annuncia la presentazione di una mozione sul tema.

“Abbiamo appreso  dell'evento soltanto dai mass media, a giochi fatti. Ben altro era il punto del programma della coalizione che riguarda la famiglia.  Un conto è rispettare i diritti, le scelte e la dignità di ogni persona, ben altro è facilitare il propagarsi di modelli di famiglia alternativi a quella tradizionale, nel pieno di un  dibattito politico che si vorrebbe alimentare a suon di slogan. E che gli organizzatori della Festa abbiano spiegato l'intenzione di divulgare le diverse forme di orientamento sessuale e di qualunque tipo esse siano in un contesto che prevede la partecipazione di minori, ci pone in obbligo di ricordare al sindaco che si tratta di  argomenti sensibili che non si possono trattare fuori da un ambito scientifico e pedagogico in un evento aperto a tutti e senza filtri”.

"Gli organizzatori hanno spiegato che lo  spirito dell’iniziativa è quello di combattere stereotipi e pregiudizi, promuovendo non soltanto l’uguaglianza di tutte le famiglie, ma anche  propagando una rivoluzione linguistica che passa dall'uso della schwa (ə), ovvero la e rovesciata, nell'intenzione non dichiarata di azzerare secoli e secoli di evoluzione linguistica e culturale con la scusa dell'inclusività e del politicamente corretto. Che ne dice Zattini? Cosa ne pensano gli assessori di giunta e i partiti della maggioranza?”: chiede Minutillo .  “E dunque riteniamo necessario a questo punto avviare una verifica di maggioranza l. E' del tutto evidente che non condividiamo questo percorso. Ed è altrettanto chiaro che la natura del patto elettorale che ha portato Forlì a un cambio di passo, dopo decenni di monocolore di sinistra, deve essere rispettato anche in relazione a questi temi etici che sono un elemento cardine. Nei prossimi giorni presenteremo una mozione ed una interrogazione perché gli elettori di centrodestra ci chiedono delle spiegazioni che dovranno essere date".

Sulla questione interviene anche Simone Ortolani, responsabile di Pro Vita & Famiglia Emilia-Romagna: "Siamo molto sorpresi, rammaricati e indignati della scelta dell'amministrazione di Forlì di concedere il patrocinio del Comune alla Festa delle Famiglie Arcobaleno che si svolgerà il 15 maggio al Parco Urbano. Scorrendo il programma si notano diversi momenti dedicati alla lettura per bambini e già in precedenti edizioni questi eventi si sono rivelati dei momenti di indottrinamento al gender e di promozione dell’utero in affitto. Il Comune dovrebbe aver a cuore tutti i cittadini anche i più piccoli e tutelarli da pericolose ideologie piuttosto che legittimarle. Ricordiamo infine che questa giunta è espressione di una maggioranza eletta col voto dei cattolici oltreché dei partiti di centro-destra, i cui elettori vengono così platealmente ingannati da scelte inappropriate e platealmente incoerenti".

Così invece il presidente della Consulta comunale delle famiglie di Forlì, Maria Cristina Terenzi: "Talvolta ho riscontrato in vari ambiti istituzionali confusione e poca consapevolezza sul significato e l’importanza della famiglia, frutto del rapporto affettivo tra un uomo e una donna. Evidenti artifici ideologico-culturali nulla hanno a che vedere con il bene della società e delle persone, soprattutto quelle indifese come i bambini; negli Stati in cui tali distorsioni sono sorte stanno regredendo nel nulla per le conseguenze che hanno generato, ma da noi  continuano ad alimentare una confusione ingiustificabile, anche perché contraria alla nostra Costituzione. Sono profondamente indignata per la decisione dell’assessore alla Cultura di riconoscere il patrocinio del Comune di Forlì ad una manifestazione evidentemente orientata a sovvertire il concetto di famiglia e ad operare così anche una vera e propria frode culturale, inaccettabile sia sul piano terminologico che sociale, a maggior ragione, ribadisco, quando vengono coinvolti dei bambini".

Dal Popolo della Famiglia si dicono "profondamente delusi dall'autoreferenzialità del Comune, che nella scelta di dare il patrocinio alla manifestazione delle cosiddette "famiglie arcobaleno" non si è preoccupato di consultare tutta la componente politica che ha contribuito alla vittoria della sua coalizione, esprimendo un'indicazione chiara rispetto al passato su certi temi. Il sindaco Zattini, infatti, impostò chiaramente  la sua campagna elettorale sul rifiuto dell'ideologia gender, ribadendo che il suo modello di famiglia era quello descritto dall'articolo 29 della Costituzione, "società naturale fondata sul matrimonio". Concetto che in ogni occasione viene da lui ripetuto, confidiamo non solo per compiacere l'uditorio. Ora ci troviamo di fronte a un incomprensibile cedimento culturale che, se pure simbolico, ha una grave implicazione ideologica e fa nascere qualche dubbio sul fatto che questa maggioranza possa ancora meritare la fiducia che le è stata accordata  nel 2019 da una larga fetta di cittadini che su questo punto volevano un cambio di passo. Se è vero che la crisi della famiglia è anche un problema culturale, come il sindaco Zattini sostiene, perché smentirsi pubblicamente e piegarsi al mainstream imperante?".

"Questa delusione non è neppure compensata da provvedimenti di segno opposto che sostengano in modo efficace la famiglia - viene aggiunto -. A parte le dichiarazioni di principio, dobbiamo purtroppo constatare che manca una valorizzazione concreta delle famiglie forlivesi. Ci chiediamo: è veramente cambiato qualcosa con questa amministrazione per le famiglie della città in termini di qualità della vita e di sostegno alla loro funzione sociale? A che punto siamo con l'adozione del quoziente familiare per rendere la fiscalità comunale realmente sensibile alle esigenze della famiglia? La precedente amministrazione l'aveva promesso e mai realizzato, dimostrando la sua inaffidabilità; Zattini ha costruito su questo argomento uno dei suoi cavalli di battaglia, lasciandolo fino ad oggi lettera morta. Lo sgradevole episodio del patrocinio comunale fornisce così l'occasione per un bilancio della rispondenza dell'operato della giunta alle promesse fatte in campagna elettorale, per le quali anche il Popolo della Famiglia si è tanto speso presso i propri elettori. Dal nostro punto di vista, dopo tre anni di governo, non possiamo certamente dirci soddisfatti. Pur con tutte le attenuanti che vanno riconosciute per l'emergenza sanitaria, stentiamo a riscontrare un così rilevante miglioramento della condizione delle famiglie forlivesi. È ora che questa amministrazione trovi finalmente le energie e la buona volontà anche per fare di Forlì una città a misura di famiglia. Attendiamo fiduciosi un vero cambio di passo".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Patrocinio alla Festa delle Famiglie, attacco della Lega: "Non è nei nostri valori". Minutillo: "Serve una verifica di maggioranza"

ForlìToday è in caricamento