Foibe, l'attacco: "Alla commemorazione assenti l'Anpi e la rappresentanza dell'opposizione in Consiglio"
"Ogni anno che passa, anche nel confronto con le nuove generazioni, rappresentate dagli studenti presenti alla cerimonia della Giornata del Ricordo, si spera di assistere all’inizio di un processo di maturazione"
"Ogni anno che passa, anche nel confronto con le nuove generazioni, rappresentate dagli studenti presenti alla cerimonia della Giornata del Ricordo, si spera di assistere all’inizio di un processo di maturazione che collochi le sofferenze delle persone vissute nel famigerato dopoguerra in Italia in un contesto di uguaglianza e partecipazione ma soprattutto di umana comprensione. Invece anche questa mattina alla celebrazione della Giornata del Ricordo, presso il quartiere Romiti, che nella Capitale ha illuminato i palazzi istituzionali e monumenti storici con il Tricolore e la scritta “Io ricordo” è stata registrata l’assenza assordante della rappresentanza dell’ Associazione Nazionale Partigiani Italiani, unitamente a quella della minoranza in Consiglio Comunale": è l'attacco che viene da Raffaele Acri, ex esponente politico e rappresentante di quartiere.
Sempre Acri: "Il Sindaco Zattini con la onestà intellettuale ed asettica analisi storica, che ha sempre contraddistinto le espressioni dei suoi pensieri a margine della cerimonia, seppur con sentito trasporto, ha stigmatizzato il dispiacere dell’assenza delle rappresentanze che segnano una sconfitta per il processo di maturazione, vinto dalla ricerca di una identità nel distinguo, pervicace nel categorizzare talune cerimonie rispetto ad altre".
Ed infine Acri: "La cultura del Ricordo deve essere un patrimonio comune, come il rispetto per la sofferenza che le ideologie totalitarie hanno portato e purtroppo ancora portano nella vita delle persone sconvolgendole in nome di convinzioni di assurda appartenenza e prevaricazione. Il prossimo 25 aprile saremo nuovamente tutti presenti in piazza come questa mattina a testimoniare e condividere gli errori del passato e la volontà comune di riconoscerli e ripararli, ricordando e smentendo uno dei comandamenti del romanzo di Orwell, pubblicato proprio nel 1945 “ Tutti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri"