rotate-mobile
Politica

Giancarlo Biondi (Emilia Romagna Civica): "Trivellazioni più pericolose delle direttive europee"

"Si sa benissimo che le quantità di petrolio presenti lungo le nostre coste sono molto modeste e che non varrebbe assolutamente la pena di darsi tanto da fare per così poco, soprattutto per i rischi che possono derivarci dagli sversamenti in mare"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"Negli ultimi giorni, con evidenti fini elettorali, esponenti di alcune forze politiche di Governo, compresi alcuni sottosegretari, promuovono incontri con i bagnini dell'Adriatico a proposito della direttiva Bolkestein e delle concessioni demaniali che l'Europa vorrebbe messe a gara. Negli incontri si mostrano grandi preoccupazioni per le conseguenze della direttiva europea e, nel tentativo di accaparrarsi i voti, promettono cambiamenti alla direttiva, ma si guardano bene dal mettere in evidenza un fatto cento volte più dannoso della direttiva, capace di mettere in ginocchio l'intera economia turistica costiera, alberghi, bagni, negozi, e pubblici esercizi e tutto ciò che ruota intorno ad essi. Infatti proprio mentre si susseguono gli incontri il Governo ha varato e il Parlamento ha approvato con la fiducia il c.d. decreto "sblocca Italia" che contiene al suo interno, fra l'altro, alcune norme pericolosissime, quelle che senza tanti riguardi danno il via alle trivelle per l’estrazione del petrolio in Adriatico.

Si sa benissimo che le quantità di petrolio presenti lungo le nostre coste sono molto modeste e che non varrebbe assolutamente la pena di darsi tanto da fare per così poco, soprattutto per i rischi che possono derivarci dagli sversamenti in mare,  ma la lobby dei petrolieri è molto forte e nel silenzio di tomba di chi fa finta di occuparsi di Bolkestein si  autorizzano  trivellazioni senza andare troppo per il sottile, con procedure di controllo e approvazione semplificatissime, al limite dell'indecenza. Si tratta di una scelta energetica obsoleta, contraria agli obiettivi ormai non più rinviabili, di riduzione delle emissioni e di contrasto ai cambiamenti climatici, che va nella direzione opposta a quello che ormai i Governi di tutto il mondo stanno decidendo di fare per evitare disastri alle economie di tutti i paesi, a cominciare da quelli più fragili.

E dire che in Emilia Romagna abbiamo numerosi luoghi che soffrono per le alluvioni e l’erosione costiera, mentre la Regione annualmente ormai deve effettuare ripascimenti sempre più costosi e contemporaneamente città e intere zone industriali vanno sott'acqua come dimostrano i fenomeni anche degli ultimi giorni. L'uso delle fonti fossili deve essere ridotto e limitato, invece che sostenuto e favorito autorizzando le trivelle. Se non si vuole che Cesenatico, Rimini, Ravenna Cervia e le altre realtà costiere finiscano sott'acqua si deve cambiare registro, incentivando il risparmio energetico e le energie rinnovabili, altro che trivelle!

Con le trivelle mettono doppiamente a repentaglio l'economia turistica, sia perché minacciano le spiagge e sottopongono bagnini e albergatori a rischi intollerabili, sia perché se non si arrestano i cambiamenti climatici la sottile lingua sabbiosa della nostra costa rischia sempre di più di trasformarsi in una barriera di massi e di cemento per la protezione degli abitati. Altro che direttiva Bolkestein! Basterà un piccolo sversamento per affossare un’economia su cui si dice di puntare".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giancarlo Biondi (Emilia Romagna Civica): "Trivellazioni più pericolose delle direttive europee"

ForlìToday è in caricamento