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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Predappio

"Alle primarie voterò per chi avrà il coraggio di venire a Predappio"

Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio, parla a ForlìToday-RomagnaOggi.it del peso della storia. E dell'esigenza di fare i conti con essa. Un esercizio che molti politici non riescono a compiere

Il 28 ottobre è stata la ricorrenza del 90° anniversario della marcia su Roma. Una ricorrenza arrivata non senza polemiche. Ce ne parla Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio, esponente del Partito Democratico. Affrontando anche argomenti di politica, a cominciare dalle prossime primarie del centrosinistra per la scelta del candidato premier. Resta, però, un tema culturale centrale per Predappio: quello di fare i conti con una storia pesante, spesso letta (ancora oggi) con molti pregiudizi. Anche da personaggi che non ti aspetteresti.

Sindaco, il 28 ottobre a Predappio è filato tutto liscio. A parte qualche polemica sul 'pedaggio' fatto pagare ai pullman. Confermerebbe questa decisione?
Dal punto di vista dell’ordine pubblico non è successo nulla. Le polemiche sul pedaggio per i pullman sono assolutamente fuori luogo. Il pagamento fatto ai pullman non è una novità assoluta per l’Italia. Accade in numerose città italiane da anni. Non vedo perché da noi non si può fare. Inoltre sono soldi che vanno all’intera comunità, e non a singoli commercianti.

C'è chi considera questo flusso di persone che periodicamente arriva a Predappio come un flusso turistico, quasi da valorizzare. Lei come lo interpreta invece?
Il tema non può essere “andare o non andare a Predappio”. Bisogna invece chiedersi “Come si va a Predappio, e a fare cosa”. Dobbiamo uscire da questa sospensione alla quale è stata releagata Predappio, cioè un luogo in cui si vuole celebrare il fascismo oppure, dall’altra parte pensare che non esiste. Il ruolo di Predappio è quello invece di un luogo adatto alla riflessione critica e storica. Un luogo che deve fare parte di una rete di località che tutte insieme  restituiscono un quadro coerente di cosa è stato il Novecento europeo.

Il 28 ottobre è anche il giorno in cui si festeggia la 'Liberazione' della vostra città dal regime nazifascista. Un incrocio di date sicuramente delicato da gestire; come pensare di celebrare questa ulteriore ricorrenza?
I predappiesi sanno che è facile creare motivi di scontro quando migliaia di persone si confrontano con temi di questa natura. Celebriamo questa ricorrenza con mostre e libri. Ed incontri. Due settimane fa ho ricevuto la delegazione polacca con la figlia del Generale Anders, che insieme ai partigiani liberarono Predappio. Abbiamo in mente di realizzare una importante mostra sulla liberazione di Predappio, ed un libro sui fatti e le persone protagoniste di quegli eventi.

Sindaco lei è un iscritto al Partito Democratico. Il 25 novembre ci saranno le primarie per la scelta del candidato premier. Lei per chi voterà?
Questa domanda fattami oggi, cioè a tre giorni dalla ricorrenza sulla marcia su Roma, mi costringe a rispondere che voterò per chi si impegna ad aiutare Predappio nel suo difficile compito di uscire dal clichè che le è stato assegnato. Appoggerò chi farà in modo di cercare di comprendere le ragioni di un Comune che deve uscire dalla falsa rappresentazione che gli è stata assegnata. Aiuterò chi ci farà uscire dall’isolamento e dal pregiudizio nei nostri confronti. Sosterrò chi avrà il coraggio di venire a fare una iniziativa su questo a Predappio.

Quindi lei sostiene che per un politico nazionale venire a Predappio è scomodo? Perchè? Le ferite e i pregiudizi della storia sono ancora aperti?
Perché non si sono fatti i conti con la nostra storia ed il nostro passato. Per anni nelle scuole non si è voluto fare studiare ai ragazzi il Novecento, perché si sentivano le tragiche cronache del passato. Non si è eseguita quella elaborazione necessaria per traghettare alla pacificazione. E quindi sotto la Repubblica ha sempre covato un senso di risentimento, di rivalsa. Contraddizioni che oggi esplodono.

Eppure Predappio ha dato i natali anche ad un presidente del consiglio, Adone Zoli, una figura che meriterebbe di essere omaggiata. Ha mai proposto a qualche politico di farlo?
Si. Abbiamo fatto una mostra sulle fotografie dell’epoca legate al Governo Zoli, mostra curata dai professori Gambetta e Mirabella dell’Università di Bolgna. E’ stata esposta al Senato alla presenza del Presidente Scalfaro. Anche Veltroni tempo fa mi parlò dell’importanza di Zoli. Viene considerato il padre della Corte Costituzionale perché da Guardasigilli fece i relativi Decreti. Mi piace ricordare quello che ha scritto Giorgio la Pira nella Lettere a Giovanni XXIII quando morì Zoli: “Ricordiamo ciò che scrisse La Pira in occasione della morte dell’amico Adone nel 1960: “Zoli, e cioè un messaggio politico e morale preciso: no al fascismo; no alla corruzione morale; no alla corsa per la ricchezza e per il vizio”. Recuperiamone l’esempio. Magari ci insegnerà a riconoscere i vari Fiorito e Lusi che si annidano nei partiti.

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