rotate-mobile
Elezione del Presidente della Repubblica

I 4 grandi elettori forlivesi. Di Maio: "Berlusconi non mi ha chiamato", Vietina: "No Draghi, sì ad una donna". De Girolamo: "Sì Draghi"

Sono 4 i forlivesi "grandi elettori. Sulla carta, appartengono in maggioranza all'arco del centro-destra, e quindi per ora voti potenzialmente a sostegno di Silvio Berlusconi, ma come insegna la storia questo voto è tutt'altro che scontato

Sono 4 i forlivesi "grandi elettori. Sulla carta, appartengono in maggioranza all'arco del centro-destra, e quindi per ora voti potenzialmente a sostegno di Silvio Berlusconi, ma come insegna la storia questo voto è tutt'altro che scontato e i giochi sono ancora tutti da giocare. Incontri e telefonate si fanno febbrili, intanto si avvicina la prima consultazione per eleggere il successore di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica, fissata per il 24 gennaio a Palazzo Montecitorio in seduta parlamentare congiunta.

Marco Di Maio ha già due voti presidenziali alle spalle, la rielezione di Giorgio Napolitano nel 2013 e Sergio Mattarella nel 2015 e ammette: “Sono ore di telefonate continue, di contatti, di riunioni e anche nel mio caso, essendo vicepresidente del mio gruppo, di confronti serrati”. La posizione del suo partito, Italia Viva, è tra le più fluide in Parlamento. “Se mi ha telefonato Silvio Berlusconi? Posso assicurar che non mi ha telefonato e mi dispiace perché se lo avesse fatto gli avrei sconsigliato di muoversi così: in Parlamento tutti sappiamo che neppure tutto il centrodestra lo voterebbe”. 

Di Maio non si sbottona sul suo candidato ideale: “Deve essere una figura che sia all’altezza del grande lavoro fatto dal presidente Sergio Mattarella e del prestigio internazionale di cui gode in questo momento il nostro Paese”. Né sul nome di chi secondo lui alla fine la spunterà: “Sosterrò il candidato che decideremo assieme a Matteo Renzi e il resto del mio partito, ovviamente se questo sarà un candidato che riterrò idoneo e dentro un contesto corretto: nel 2013 quando mi proposero di votare il candidato scelto da Berlusconi o quando importanti dirigenti del Pd mi chiesero di non votare Prodi, feci di testa mia”. Un'ipotesi però la scarta: “Il nuovo presidente di certo non sarà Silvio Berlusconi e non sarà neppure Sergio Mattarella, che ha già fatto sapere di non essere disponibile per un secondo mandato nonostante il grande apprezzamento che riscuote. Si fece uno strappo oltre qualsiasi regola nella 2013 con la rielezione di Napolitano, ma mi auguro che non si ripeta questa volta”. Di Maio sarà tra i 50 parlamentari che potranno assistere al voto in aula, indicato a tale ruolo dal suo partito.

I romagnoli "grandi elettori" sono 12: ecco le loro posizioni

Posizione meno sfumata per Jacopo Morrone, parlamentare della Lega ma anche luogotenente di Salvini e dirigente diretto di partito: “Non ho mai partecipato a elezioni del Presidente della Repubblica. Leggiamo i giornali, ascoltiamo i talk show, pur avvicinandoci alla data di inizio votazioni non sembra ci siano ancora certezze assolute. Ritengo importante che contestualmente alle candidature a Capo dello Stato si ragioni a 360 gradi anche del Governo e di un possibile rimpasto mettendo in campo nuove energie, soprattutto in alcuni ministeri”.

Bocca cucita su un nome papabile, ma non si sbilancia per quello di Berlusconi. La priorità per Morrone è “l’impegno a preservare l’unità dell’area di centrodestra”, per un presidente della Repubblica che sia “una personalità di alto profilo e competente, capace di tutelare le libertà e i diritti fondamentali degli individui e, contestualmente, di valorizzare le nostre radici culturali e la civiltà occidentale. Una personalità che sia garante di una giustizia giusta per tutti e, soprattutto, realisticamente disponibile ad assumere un atteggiamento super partes. Qualità, quest’ultima, di cui sentiamo da troppi anni la mancanza”. Anche Morrone non è nella pattuglia dei votanti "a distanza".

Simona Vietina, deputata di Coraggio Italia, viene da Forza Italia e dovrebbe essere una forte sostenitrice di Berlusconi. Ma il suo primo pensiero va al sogno di un presidente della Repubblica donna: “Berlusconi deve ancora sciogliere la sua riserva, ma se il centro-destra convergerà su di lui, essendo la nostra una forza di centro-destra, lo sosterremo e io sarei personalmente contenta di farlo”, ma spiega anche “forse gradirei una candidata al femminile, ma come alta personalità e non per un principio di quote rosa a cui sono contraria”. In ogni caso “Coraggio Italia non pone veti nei confronti di nessuno”. 

Vietina bocca invece un nome: “Con il Pnrr ancora in ballo, non tutti i fondi sono ancora arrivati e c'è comunque tempo fino al 2026 per spenderli, preferisco che Mario Draghi resti presidente del Consiglio dei ministri fino alla fine della legislatura, ed anzi, se le forze che emergessero dalle prossime elezioni politiche lo rendessero possibile, lo vorrei riconfermato in questo ruolo importantissimo”. Vietina non è tra i grandi elettori alle prese con le quarantene Covid: “No, assolutamente. Ho le mie tre dosi di vaccino e faccio la mia attività come al solito: sono anche sindaco (di Tredozio, ndr) e pur con tutte le dovute cautele continuo ad andare in municipio come è necessario e come ho sempre fatto, anche durante il primo lockdown”.

Carlo Ugo De Girolamo è compagno di partito di Vietina, Coraggio Italia, ma viene da un percorso totalmente diverso, eletto nel 2018 nelle fila del Movimento 5 Stelle. Tra i tanti parlamentari fuoriusciti nelle guerre intestine del movimento, dopo un transito nel Gruppo Misto, è ora in un partito che fa parte del centro-destra. Da ex grillino, insomma, si potrebbe trovare l'ordine di scuderia di votare Berlusconi. Spiega in premessa De Girolamo: “Da giovane costituzionalista che ha trascorso gli ultimi anni nelle aule universitarie, a raccontare ai propri studenti le ‘tappe costituzionali’ che portano all’elezione del Presidente della Repubblica, non posso però non tradire l’emozione per essere oggi chiamato a prendere parte. Parlando con tanti cittadini, devo purtroppo registrare che si percepisce la preoccupazione ed anche lo sconcerto dato dalla confusione che regna sovrana nei partiti, a pochi giorni da questo importante momento".

E su Draghi la posizione di De Girolamo diverge da quella di Vietina: "La domanda che ci facciamo è questa: è meglio avere Draghi sette anni al Quirinale o sette mesi a Palazzo Chigi. Io penso sia meglio al Quirinale. Perché oltre all’autorevolezza della persona, se, come è possibile, ci troveremo presto in una crisi di produzione energetica e una ripresa dell’inflazione, con crescita degli interessi sul debito pubblico, chi meglio di lui può garantire che il nostro Paese saprà rispondere al meglio e soprattutto può essere il garante con l’Unione europea di quanto sin qui fatto con il Pnrre della sua attuazione nei prossimi mesi".

Non si porrà invece il dilemma di Berlusconi per il deputato ex-M5S: "Leggendo le agenzie e le ultime dichiarazioni dei principali esponenti di centrodestra appare chiaro che la candidatura di Silvio Berlusconi non disponga ad oggi dei voti necessari per l'elezione e lui stesso non abbia ancora sciolto la riserva in tal senso. Certo, Coraggio Italia come parte del centrodestra non pone veti alla candidatura e aspetta sia sciolta la riserva: ma chiede comunque che il prossimo Presidente sia un profilo autorevole capace di tenere unito il Paese, un altissimo profilo, una figura che incarni uno spirito di coesione nazionale insomma. Su queste basi, personalmente, ritengo sia doveroso, come dicevo, allargare il perimetro, uscire dagli schemi e dalle schermaglie tra coalizioni e trovare una sintesi su una personalità non ‘di parte’ ma che sia inclusiva". E conclude: "Ci riuniremo a brevissimo con il nostro Presidente di Coraggio Italia, Luigi Brugnaro, proprio per valutare nomi di altissimo profilo che sappiano sostenere l'Italia in questo momento di grande difficoltà. Noi di Coraggio Italia ci apprestiamo all’elezione del Presidente della Repubblica pensando anche all’assetto del governo futuro, a quale sarà la legge elettorale - che noi auspichiamo in senso proporzionale - e ovviamente abbiamo aperto alla possibilità di costituire una federazione con altri gruppi per dialogare e creare una massa critica per dare un futuro solido a questo Paese". In tutto questo De Girolamo non dimentica che "i numeri sufficienti all’elezione difficilmente verranno raggiunti alla prima chiama, allora credo possa avere senso già da ora aprire un dialogo con il centrosinistra".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I 4 grandi elettori forlivesi. Di Maio: "Berlusconi non mi ha chiamato", Vietina: "No Draghi, sì ad una donna". De Girolamo: "Sì Draghi"

ForlìToday è in caricamento