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Guerra dell'università su Medicina, Calderoni: "Matrimonio con Bologna è il passato, preferisco la concorrenza"

E' frattura all'interno del centro-sinistra forlivese sul progetto di insediare un corso di laurea di Medicina e chirurgia dell'Università di Bologna a Forlì

E' frattura all'interno del centro-sinistra forlivese sul progetto di insediare un corso di laurea di Medicina e chirurgia dell'Università di Bologna a Forlì. Il “siluro” è partito nel corso del consiglio comunale di mercoledì pomeriggio, da parte di Giorgio Calderoni, ex candidato sindaco della coalizione di centro-sinistra a guida Pd. Calderoni ha così trovato un inedito e improvvisato asse con Fratelli d'Italia che qualche giorno fa aveva espresso analoghi dubbi. 

La questione riguarda la concorrenza tra le Università di Ferrara e di Bologna sul territorio di Forlì, tanto che la prima ha ufficializzato un progetto di sede decentrata in città per quanto riguarda gli studi di Medicina, invocando di essere l'ateneo di riferimento per la Romagna per quanto riguarda questi studi, così come Bologna ha ufficializzato un “progetto salute” per i quattro campus romagnoli dell'Alma Mater, dove appunto la parte maggiore sarà l'insediamento di Medicina a Forlì e Ravenna. I due progetti, come confermato dal rettore di Bologna Francesco Ubertini, non sono collegati e non dialogano, e sul tavolo del Ministero dell'Istruzione arriveranno così due progetti di decentramento universitario di Medicina a Forlì, uno da UniBo e l'altro da UniFe. Il sindaco Gian Luca Zattini ha già spiegato che “non farà mai niente per intralciare” l'ampliamento dell'Alma Mater bolognese a Forlì, proprio nel trentennale dell'apertura delle sedi romagnole, mentre l'assessore regionale Sergio Venturi ha minacciato di chiudere le strutture sanitarie dell'Ausl e quelle convenzionate agli studenti di medicina di Ferrara. Un muro contro muro. Anche il Partito Democratico, con una nota del segretario, ha ribadito la linea tenuta dalle amministrazioni precedenti di centro-sinistra e mantenuta anche da Zattini. 

Diversa l'opinione di Calderoni, espressa in Consiglio: “La scelta per Bologna mi pare ormai molto avanzata, anche nell'ultimo incontro pubblico Fondazione Cassa dei Risparmi, sindaco e rettore dell'Università di Bologna hanno parlato all'unisono di sinergia. Ma ho il dubbio che questa scelta non guardi al futuro, ma al passato di questi ultimi 30 anni, vale a dire consolidare il monopolio di Bologna per i prossimi 15 anni. Ho il dubbio se sia una scelta che guardi al futuro della nostra città, con Forlì che deve avere una visione più ampia, più liberale, di concorrenza tra università pubbliche, per esempio Bologna e Ferrara, ma ancora di  maggiore concorrenza tra università pubbliche e private, se per esempio venisse l'IEO (Istituto europeo di oncologia, ndr) di Veronesi in relazione all'Irst”.

L'Università di Ferrara ha messo sul piatto un progetto che non prevede finanziamenti del Comune, mentre nel pacchetto di Bologna sarebbe previsto un esborso continuativo per il Comune di Forlì. Rimarca Calderoni: “Se si spendono fondi cospicui solo per Bologna, questo matrimonio precluderà per il futuro un'ampia offerta di formazione universitaria. Attendo un piano operativo preciso, ma ho dubbi sui profili della legalità dell'operazione. In che cosa si concretizza la sinergia? Con un esborso di finanze comunali? Si parla di 500mila euro l'anno per 15 anni, ho forti dubbi che non sia fonte di responsabilità contabile”. Calderoni ricorda anche la recente sentenza secondo cui la “Corte dei Conti ha condannato sindaco, consiglieri comunali, revisori dei conti del comune di Bertinoro sul Ceub, così come il Comune di Russi, condannato nel 2014 per aveva deciso di pagare il canone di locazione alla caserma dei carabinieri”. E conclude: “Invito  a verificare subito con i dirigenti la fattibilità di questa eventuale e sostanziosa contribuzione annua, acquisendo il parere dei revisori dei conti, del segretario comunale e invitando l'Università di Bologna a rivolgersi all'Avvocatura distrettuale dello Stato oppure alla sezione di controllo della Corte dei Conti”. 

La presa di posizione di Calderoni ha trovato segni di assenso sui banchi della maggioranza di centro-destra, tra cui quello più chiaro da parte di Davide Minutillo, capogruppo di Fratelli d'Italia che ha spiegato di “trovarsi d'accordo con alcuni passaggi del consigliere di opposizione” Calderoni. A ribadire che il Partito Democratico sposa il progetto dell'Alma Mater, nel segno della continuità con il trentennale rapporto con Bologna, ci ha pensato anche una nota del segretario Daniele Valbonesi.

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