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I Verdi tornano in trincea per il 'no' alla via Emilia Bis

"Il testimone è passato dal sostenitore di una autostrada a pagamento del costo di 250 milioni di euro, premiato dalla elezione a consigliere regionale, fino all'attuale tracciato invocato dai nuovi amministratori, privo anch'esso di fondamento"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Le idee sbagliate non muoiono mai, ogni volta accompagnate da proclami e grandiose prospettive di sviluppo. Il testimone è passato dal sostenitore di una autostrada a pagamento del costo di 250 milioni di euro, premiato dalla elezione a consigliere regionale, fino all'attuale tracciato invocato dai nuovi amministratori, privo anch'esso di fondamento.

Certo il cesenate Lattuca è interessato a scaricare il suo traffico sulla vicina Bertinoro, e Zattini, che non ha alcuna competenza in questione (essendo l'opera prevista al di fuori del territorio comunale) è interessato ad ogni metro quadro di asfalto che si può stendere sulle campagne. Cosa importa se tutto ciò è al di fuori di una qualunque pianificazione degna di questo nome ?

Cosa importa se non c'è alcuna VAS, valutazione ambientale strategica? Cosa importa se non sono stati studiati flussi di traffico, origine e destinazione degli spostamenti, reali necessità dell'opera, se non sono state fatte valutazioni di ciò che comporta convogliare il traffico anche di Cesena sulla circonvallazione di Forlimpopoli collegata alla via Mattei ? Vorremmo sapere, caso mai l'opera sia necessaria, se è stato valutato un altro tracciato, che prosegua via Mattei e a nord della ferrovia la congiunga con la secante di Cesena e soprattutto alla zona industriale di Pievesestina e col casello di Cesena Nord ?

Vorremmo richiamare Lattuca e Zattini e con loro l'assessore regionale alla viabilità, il ravennate - cervese Corsini, e la invocata ministra delle infrastrutture  De Micheli,  all'obbligo della pianificazione, che richiede confronto, discussione pubblica, pubblicazione delle proposte e loro valutazione sotto il profilo ambientale e strategico. Invece si vuole del tutto saltare questa fase per promuovere un tracciato non solo non valutato ma buttato giù alla meglio sulle carte. Così non si fa, questo metodo di operare è inaccettabile, non è democratico e spiace dirlo, risulta anche un po' opaco.
 

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