Il Comitato Acqua Pubblica: "Dare corso all'esito del referendum"
Il Comitato Acqua Pubblica di Forlì in data 18 ottobre era presente all’Assemblea di AATO8, dove ha esposto ai Sindaci della Provincia di Forlì la necessità di dare corso all’ esito referendario
Il Comitato Acqua Pubblica di Forlì in data 18 ottobre era presente all’Assemblea di AATO8, dove ha esposto ai Sindaci della Provincia di Forlì la necessità di dare corso all’ esito referendario. La Corte Costituzionale con la Sentenza N. 26 del 2011 – evidenziata anche dalla Regione Emilia Romagna in una nota inviata a tutti gli Ato provinciali - ha chiarito che l’ esito di questa abrogazione è direttamente applicabile, quindi immediatamente operativa. Perciò non serve attendere alcun intervento legislativo in quanto l’esito si è già prodotto. Inoltre il risultato referendario è stato sancito con Decreto del Presidente della Repubblica del 18 luglio 2011, N.116 pubblicato nella G.U. Serie Generale N.167 del 20 luglio 2011. I cittadini attendono che le autorità competenti diano piena, corretta e tempestiva esecuzione al referendum del 12 – 13 giugno 2011 riconoscendo l’acqua bene comune, e che “…, in particolare, mediante l’eliminazione del riferimento al criterio della “ adeguatezza della remunerazione del capitale investito”, si persegue chiaramente la finalità di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’ acqua “ come recita appunto la suddetta sentenza della Corte Costituzionale.
In Assemblea è stato ribadito il risultato conseguito con la richiesta di applicare tempestivamente l’ esito abrogativo del Referendum, il quale ha espunto dalla Tariffa del Servizio Idrico Integrato “ La remunerazione del Capitale Investito “.
Questo è ciò che hanno deciso 27 milioni di cittadini con il referendum di giugno. Per il territorio romagnolo il soggetto gestore del S.I.I. dovrà diventare unicamente Romagna Acqua – Società delle Fonti, che da SPA a totale capitale pubblico soggetta a diritto privato, dovrà essere trasformata in Azienda di Diritto Pubblico.
E’ riprovevole che i Comuni, in particolare quelli maggiori ( con quote di maggioranza nel Consiglio di Amministrazione di Hera ), non abbiano mostrato una chiara volontà di ottemperare al responso referendario.
Comprendiamo la preoccupazione degli amministratori che il gestore possa fare ricorso per il mancato introito, tuttavia facciamo presente che è assai più probabile che i cittadini chiedano il rimborso della non più dovuta remunerazione del Capitale Investito ( 7% ), che andrebbe ad aggravare la bolletta degli utenti.
Ricordiamo agli amministratori degli E.E.L.L., alla Regione Emilia Romagna e al Parlamento Nazionale di rendere esecutivo nei loro atti il risultato referendario così come la legge prevede.