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Il flop del referendum sulla giustizia, Di Maio: "Con quesiti troppo tecnici gli elettori disertano le urne"

Questo il commento, rilasciato su Facebook, del parlamentare Marco Di Maio all'indomani della chiamata alle urne sul referendum della giustizia

"L’esito dei referendum sulla giustizia non dovrebbe produrre entusiasmi, nemmeno tra chi non li condivideva. Quando ci sono partiti politici che arrivano a gioire perché la gente non va a votare, un’altra spia rossa si accende sul cruscotto della nostra democrazia". Questo il commento, rilasciato su Facebook, del parlamentare Marco Di Maio all'indomani della chiamata alle urne sul referendum della giustizia. In provincia la maggiore affluenza è avvenuta nei due comuni dove si votava anche per la scelta del sindaco e dell'ammniistrazione, ma si tratta anche in questo caso di dati inferiori alla soglia del quorum: a Castrocaro i votanti al referendum 1 sono stati il 49,9%, mentre a Longiano il 47,5%. A Forlì hanno votato il 16,6% degli aventi diritto, a Cesena il 17,55%.

"In questi casi si può agire in due modi: far finta di niente e ignorare la cosa, cristallizzando lo status quo. Oppure porsi il problema e fare manutenzione al veicolo e in questo caso il veicolo su cui intervenire è l’istituto referendario che ha perso significato, appeal e fiducia tra le persone - scrive Di Maio -. O lo si riforma introducendo quorum raggiungibile (la metà di chi ha votato alle ultime elezioni politiche, ad esempio) oppure si restringe il suo ricorso a materie più circoscritte, imponendo indirettamente vincoli più stringenti sulla chiarezza dei quesiti e dunque la possibilità per le persone di capire effettivamente per cosa si vota. 
E su questo il segnale deve essere chiaro anche a chi promuove i referendum. Se il quesito è scritto male o eccessivamente tecnico, non c’è buona ragione che tenga: la gente non comprende e diserta le urne. Questo voto referendario deve stimolare chi ha a cuore la salute delle democrazie liberali a rimettere al centro dell’agenda un intervento di modifica del nostro sistema istituzionale che dia alle persone la possibilità di essere effettivamente arbitro del gioco democratico".

L'esito del referendum

Se si guarda lo spoglio dei voti espressi per il referendum, emerge un elettorato spaccato sopratutto sul primo quesito (abolizione della Legge Severino) dove il 'Sì' arriva appena al 56,3% a livello provinciale, comunque sopra il dato nazionale del 54,1%. Più netto il risultato al quesito 3 sulla separazione delle carriere dei magistrati, col 'Sì' sostenuto dal 76,9% dei votanti a livello provinciale, contro il 74,1% di risultato nazionale. 

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