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Il M5S: "Uscire subito dall'Unione dei Comuni della Romagna Forlivese"

L'attacco è a firma di Simone Benini e Daniele Vergini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì

"L’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, la più grande unione dei comuni italiana, è anche il più grande flop che il Partito Democratico abbia mai realizzato negli ultimi anni". L'attacco è a firma di Simone Benini e Daniele Vergini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì. "Un ente di secondo livello, non eletto dai cittadini, non scelto dai cittadini, ma imposto da una “partitocrazia” stile prima repubblica unicamente per accaparrarsi fondi regionali senza però garantire alcun miglioramento nei servizi offerti ai cittadini: si indichi anche solo un servizio che abbia raggiunto l’efficientamento prospettato dai politici che hanno voluto questo ente", tuonano i pentastellati.

"L’ultima “litigata” tra i sindaci, che ha determinato la mancata approvazione del bilancio è relativa ai crediti per le multe non riscosse dei Comuni di Forlì, Forlimpopoli e Bertinoro ammontanti a circa 9 milioni di euro (di questi realmente recuperabili al massimo 100.000 euro, essendo ottimisti) ed iscritti a bilancio anche quest'anno come attività, ma questa è solo la punta dell’iceberg - affermano Benini e Vergini -. Abbiamo vari elementi per temere che vi sia ancora molta polvere sotto il tappeto, il bilancio dell’Unione presenta infatti altre problematiche e probabilmente anche costi occulti che prima o poi verranno alla luce del sole, motivo anche del “nervosismo” mostrato dai politici negli ultimi mesi. Come esempio portiamo i costi del servizio di Polizia Municipale del Comune di Forlimpopoli che costava prima dell’Unione circa 300.000 euro l'anno, mentre ora costa 350.000 euro a fronte di un quasi dimezzamento dell’organico. Sfidiamo i sindaci degli altri Comuni a rendere pubblici i dati della tanto osannata “virtuosità”, se ne sono capaci".
                             
Continuano i pentastellati: "Al momento dell'entrata nell’Unione l'organico della Municipale di Forlimpopoli (2° territorio dell'Unione per popolazione 14.000 abitanti circa) era di 1 ufficiale e 6 agenti, numeri già ampiamente sotto organico, mentre attualmente si è arrivati ad 1 ufficiale, privato delle funzioni di comando, e solo 3 agenti, gli agenti mancanti non sono mai stati sostituiti nonostante innumerevoli richieste. Il numero estremamente ridotto di vigili, inferiore a quanto previsto dai parametri della legge regionale che prevede 1 agente ogni 1000 abitanti, è uno dei principali problemi della nostra polizia municipale, ci chiediamo come sia stato possibile che la Regione abbia erogato finanziamenti per 3,4 milioni di euro nel periodo 2014-2017 senza verificare questa clamorosa carenza che si ripercuote sulla sicurezza dei cittadini. Di fatto il servizio reso alla cittadinanza è più che dimezzato, non è quasi mai possibile garantire i pattugliamenti e nella maggior parte dei casi gli agenti si trovano ad operare da soli con grave pregiudizio della propria sicurezza operativa".

"Inoltre in questi 4 anni non è stato fatto alcun investimento importante: il parco auto è vecchio ed i mezzi sono continuamente in riparazione con aggravio dei costi a carico dei cittadini; erano stati promessi tablet di ausilio per l’operatività (progetto Smart 2.0, finanziato dalla Regione), stampanti veicolari e furgoni per il pronto intervento ed infortunistica ma la strumentazione pur essendo acquistata in gran parte non è stata consegnata ed è rimasta inutilizzata in qualche ufficio di Forlì - chiosano Benini e Vergini.

"Questo esempio di inefficienza, che vale anche per la maggior parte degli altri Comuni dell’Unione, è stato ampiamente e più volte denunciato dal personale ai vertici del Corpo Unico, all'amministrazione dell'Unione, dei Comuni e alle organizzazioni sindacali purtroppo senza arrivare a soluzioni. Lo scopo della costituzione dell'Unione è stato quindi ampiamente tradito: la politica del Pd aveva sbandierato “più servizi ai cittadini”, specie in campo di sicurezza, ma in realtà è successo esattamente il contrario: servizi più che dimezzati, costi aumentati e adesso è difficile nascondere la testa sulla sabbia - concludono -. Anticipiamo quindi fin da ora che fra i primi punti del programma elettorale del M5S Forlì per le amministrative 2019 sarà presente l’immediata uscita dall’Unione, riprendendo la gestione diretta dei servizi che vi ha conferito, a partire proprio da quello dalla Polizia Municipale. I restanti Comuni del comprensorio dovranno essere lasciati liberi di trovare eventualmente equilibri più stabili, magari creando al suo posto 2 o 3 Unioni più piccole fra quelli che riterranno necessaria una gestione associata dei loro servizi, e privilegiando, a tendere, eventuali fusioni".
 

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