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Il "Ridolfi" interessa anche a Ravenna: "Serve scalo di riferimento"

Il capoluogo bizantino e la Romagna, afferma il consigliere provinciale dell'Udc di Ravenna Gianfranco Spadoni, "hanno bisogno di un aeroporto di riferimento"

ll destino dell'aeroporto "Ridolfi" di Forlì interessa anche la vicina Ravenna. Il capoluogo bizantino e la Romagna, afferma il consigliere provinciale dell'Udc di Ravenna Gianfranco Spadoni, "hanno bisogno di un aeroporto di riferimento ed è fuori tempo pensare alla ricca offerta di qualche anno fa attraverso gli scali di Bologna, Forlì e Rimini. Proprio per questo, un rilancio credibile può avvenire solo attraverso un serio piano industriale e soprattutto con i conti economici a posto: due aspetti imprescindibili che allo stato attuale viaggiano a bassa quota senza alcuna certezza".

Recentemente il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Corrado Passera, ha emanato delle linee guida per la definizione del Piano nazionale aeroportuale. "L’Emilia Romagna perde gli aeroporti di Parma e di Forlì, mentre, oltre a Bologna, naturalmente, si salva Rimini caratterizzato da un traffico di quasi un milione di passeggeri", afferma Spadoni.

Comprensibile la soddisfazione dei riminesi e dei vertici di Aerardria, società per azioni attiva nella gestionale aeroportuale di questo scalo, in cui la Provincia di Ravenna deteneva inizialmente una quota di partecipazione di euro 157.087,84 pari ad un valore percentuale dell’1,11% - chiosa l'esponente dell'Udc -. Situazione cambiata negli ultimi tempi con una svalutazione del capitale derivato da una perdita secca di 26.000,00 in un quadro complessivo che continua a far registrare chiusure dei bilanci con segno negativo".

Spadoni ricorda che 2la società Aeradria all’inizio dello scorso mese di novembre è stata ammessa al concordato di continuità al fine di presentare un piano industriale centrato su sette milioni pubblici di aumento di capitale e su circa sei milioni di prestito da parte dei soci. Prestito, quest’ultimo,  che secondo le indiscrezioni, rappresenta un passaggio obbligato ma non così facile da realizzare specie in questo momento di difficoltà economica".

Conclude Spadoni: "Il riordino degli aeroporti è decollato, ma ora occorre un ragionamento aperto con le varie province interessate per pianificare una strategia comune e condivisa, per evitare onerosi trascinamenti in sede giudiziale e impedire di trovarsi in mezzo a situazioni occulte di debito destinate a gravare come sempre sui cittadini".

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