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Inceneritore, Verdi all'attacco: "Il bosco di compensazione di Hera manca o è rinsecchito"

“Mentre le seghe girano vorticose, il bosco urbano di 8 ettari che Hera doveva realizzare come compensazione langue o rinsecchisce

Inceneritore e bosco urbano, i Verdi tornano all'attacco delle amministrazioni comunali e provinciali: “Mentre le seghe girano vorticose, il bosco urbano di 8 ettari che Hera doveva realizzare come compensazione langue o rinsecchisce. La Provincia ha concesso l'aia senza che il bosco fosse realizzato mentre il Comune si accanisce segando alberi che hanno 60 anni, ma non  si preoccupa di quelli che dovrebbero costituire il nuovo polmone per contrastare inquinamento. Nello stesso tempo si scambia la compensazione con sistemazioni a verde che doveva fare il Comune”.

Per fare il punto della situazione si parte dalla valutazione di impatto ambientale approvata dalla Provincia nel 2004. I Verdi ricordano quello che era previsto: “Hera spa dovrà dovrà acquisire la disponibilità delle aree in cui reallizzare l’intervento di riqualificazione ambientale, dando la priorità, compatibilmente con l’effettiva disponibilità di tali aree, agli ambiti perifluviali posti in prossimità del fiume Ronco. Entro il rilascio dell’autorizzazione, Hera spa dovrà individuare e dimostrare la disponibilità delle aree in cui effettuare tale intervento che dovrà essere completato nel rispetto della tempistica che sarà definita all’interno della procedura di AIA”.

E quindi  si disponeva, ricordano i Verdi: “Posto che è stata valutata  positivamente la realizzazione di un’area verde arborata quale contributo alla mitigazione ed al recupero degli impatti prodotti alla matrice aria, si ritiene necessario individuare un’area in prossimità del fiume Ronco e possibilmente in continuità con quella che verrà realizzata dalla ditta Mengozzi, che abbia una estensione pari a 8 ettari nella quale realizzare una compagine boschiva con copertura non inferiore al 60% e che sia costituita con essenze arboree compatibili con l’ambito perifluviale di riferimento. Alla delibera era quindi allegata una carta che indicava le aree nelle quali preferibilmente si sarebbe dovuto realizzare il bosco o meglio “una compagine boschiva “, in compensazione”.

“La concessione edilizia per l’inceneritore è stata rilasciata nel 2005. Ottenuta la VIA e la concessione edilizia, sempre nel 2005 Hera invia alla Provincia  una lettera contenente la generica conferma dell’impegno per la realizzazione del bosco di compensazione, dicendo che avrebbero cercato le aree dove realizzare il bosco. Alla Provincia tanto basta. Garanzie? Non si conoscono. - accusano i Verdi - L’inceneritore è stato realizzato in poco tempo , quindi nel 2008 è stata concessa l’agibilità nonché l’autorizzazione integrata ambientale. Nell’atto di AIA si richiama il rispetto della condizione che avrebbe dovuto essere ottemperata  prima del rilascio della AIA. Non pervenuta, neppure per quanto riguarda la dimostrazione della disponibilità delle aree. E sono passati 4 anni dalla valutazione”, continuano.

“Molto tempo dopo, nel  2008 finalmente Hera, fatto l’inceneritore e ottenuta l’AIA si decide finalmente di presentare un progetto che però individua altre aree rispetto a quelle inizialmente proposte, con un qualche criterio, dalla Provincia . Il Comune chiede che Hera, entro 90 gg presenti una relazione sulla capacità di rimozione delle polveri da parte delle piante messe a dimora.  Sono passati 5 anni dalla Via,  4 dalla concessione edilizia. Le aree sono 5 , denominate Depuratore, Costanzo II, Fiume Ronco, Centro logistico, Ronco lido (per la quale per la verità esisteva un progetto definitivo approvato del Comune, con tanto di delibera di esproprio, per fare un’area verde) hanno una superficie di 8 ettari, in esse devono essere piantati querce, aceri, ciliegi, betulle, pioppi”, questa la storia.

Poi i Verdi tornano al 2013: “E mentre l’Assessore del Comune è impegnato a segare alberi a più non posso, ovviamente peggiorando la capacità di rimozione degli inquinanti da parte delle piante, nel territorio posto sotto la sua competenza Hera ha fatto quello che voleva, mettendo a dimora alberi piccolissimi. Queste pianticelle non hanno certo la capacità di assorbimento di polveri, CO2 e altri composti pericolosi per la salute umana di quelle prese a parametro, soprattutto perché esse appaiono, come quelle in via  Costanzo II in gran parte secche, abbandonate a se stesse”, sottolineano i Verdi.

“La tabella di Hera indicava che annualmente l’area di via Costanzo secondo avrebbe rimosso in totale ogni anno 48.738 grammi di PM 10.  Quelle pante non rimuovono un bel nulla, né polveri ne il resto degli inquinanti. Che fa l’assessore? Taglia altri alberi, per dare un suo  contributo – accusano - Non si può non far rilevare inoltre che l’area 5, Ronco lido, per la quale addirittura era stato approvato un progetto comunale definitivo, è stata poi sostituita da un’altra, un giardinetto pubblico in adiacenza al Cimitero di guerra degli indiani. In quest’ultimo caso la concezione stessa di “compensazione” viene ad essere annullata: quel giardinetto, con tanto di panchine e vialetti doveva essere realizzato dal Comune a corredo delle urbanizzazioni retrostanti  mentre le aree ci compensazione devono essere aggiuntive a quelle che l’amministrazione deve realizzare per proprio conto. - continuano i Verdi - Invece in questo caso si sono scambiati denari (il costo di panchine, vialetti, illuminazione, alberi) con un’area boscata a compensazione dei danni ambientali che l’inceneritore provoca alla salute umana”.

“Alberelli piccolissimi, in parte secchi, un’area di competenza comunale realizzata  al posto del Comune, un tratto in adiacenza al centro logistico, area 4 nel progetto, non realizzata: il tutto dimostra una incuria e una disattenzione inaccettabili, soprattutto quando ufficialmente si fa la faccia feroce nei confronti di Hera, mentre poi nella realtà ci pare di vedere che prevalgono comportamenti compiacenti da parte di Provincia e Comune che qualunque cittadino si sognerebbe di veder riservati al proprio caso”, chiudono.

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