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Iper, Casadei (Pd): "E' ora di cambiare"

Sono notizie di questi giorni. Il centro commerciale Puntadiferro di Forlì annuncia l'intenzione di restare aperto 52 domeniche all'anno. Il Romagna Center di Savignano e il Bennet di Forlimpopoli hanno deciso che resteranno aperti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Sono notizie di questi giorni. Il centro commerciale Puntadiferro di Forlì  annuncia l'intenzione di restare aperto 52 domeniche all'anno. Il Romagna Center di Savignano e il Bennet di Forlimpopoli hanno deciso che resteranno aperti anche mercoledì 25 aprile e martedì Primo maggio. Stessa cosa avverrà per il 2 giugno.

Sono gli effetti del decreto "Salva Italia", che ha introdotto la possibilità per supermercati e negozi di rimanere aperti 24 ore su 24 per sette giorni su sette, ma soprattutto l'esito di una cultura diffusa che assegna troppa centralità alla logica del consumo e della merce, come se questa potesse sostituirsi in tutto e per tutto alle diverse sfere della vita e della condizione umana. Come denunciato da più parti, e in particolare dai sindacati del commercio, si tratta di un provvedimento che molto difficilmente avrà gli auspicati effetti sulla ripresa dei consumi, e che in compenso rischia di peggiorare la condizione di tanti lavoratori, che si troveranno ad affrontare orari di lavoro non sostenibili.

Le lavoratrici e i lavoratori costretti a lavorare anche la domenica, inoltre, subiranno disagi che oltrepassano la sfera strettamente lavorativa. Si viene a negare di fatto per tantissime famiglie la possibilità di avere a disposizione un giorno in cui si possa riposare insieme e vivere una piena dimensione relazionale.

Nel caso specifico, poi, cosa che assume un valore simbolico assai negativo, molti cittadini e lavoratori non potranno festeggiare il 25 aprile e il 1 maggio,  date fondamentali per i valori che veicolano: la liberazione dell'Italia dalla dittatura e il valore e la dignità del lavoro.

Serve cambiare radicalmente prospettiva. I cittadini scendano in piazza, per festeggiare le due feste del 25 aprile e del Primo Maggio che insieme al 2 giugno rappresentano le fondamenta valoriali del vivere civile e associato del nostro paese e i dirigenti dei centri commerciali rivedano le loro posizioni. Sarebbe un bel segnale per la coesione sociale e per ridare senso ad un vivere associato che non può ridursi al mero atto del consumo.

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