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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Istituto Beni Culturali, il M5S: "Allineare la nomina di Balzani con quella di un nuovo consiglio direttivo"

Nella sua interrogazione Andrea Bertani sottolinea come un rinnovo del consiglio direttivo sia necessario anche per cercare di allinearlo con i tempi di nomina del nuovo presidente

Dopo la nomina di Roberto Balzani adesso anche il consiglio direttivo dell’Istituto dei Beni Culturali deve essere rinnovato. È questa la richiesta di Andrea Bertani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta all’indomani dell’elezione dell’ex sindaco di Forlì, ed ex sfidante di Stefano Bonaccini alle primarie regionali del Pd, come nuovo presidente dell’Istituto dei beni culturali dell’Emilia-Romagna travolto dallo scandalo dei presunti furbetti del cartellino.

“Come abbiamo più volte ribadito in aula durante l’elezione del nuovo presidente non ci sono ragioni per sostenere che anche il Consiglio direttivo non abbia responsabilità in quello che è successo - spiega il pentastellato -. Se l’assemblea ha accettato le dimissioni di Varni, allo stesso modo deve pretendere che anche il consiglio si faccia da parte. Solo in questo modo, tra l’altro, si potrà dare avvio a una autentica e reale riforma dell’istituto”. Nella sua interrogazione Andrea Bertani sottolinea come un rinnovo del consiglio direttivo sia necessario anche per cercare di allinearlo con i tempi di nomina del nuovo presidente. Esigenza che si presentò sei anni fa in occasione della nomina a presidente del professor Ezio Raimondi.

“Nel 2011 l’allora consigliere regionale Bonaccini e l’assessore alla Cultura Massimo Mezzetti non ebbero nessuna remora a prorogare l’incarico di Raimondi per allinearlo con la nomina del consiglio proprio per poter assicurare una operatività maggiore all’istituto - aggiunge Bertani -. Per questo non capiamo il motivo per cui, alla luce di quanto è successo nelle ultime settimane, non si possa fare la stessa cosa. A nostro avviso i membri del Consiglio hanno le stesse e identiche responsabilità del Presidente in questa faccenda. Se si accettano le dimissioni dell’uno dovrebbe essere automatico fare lo stesso con gli altri. Se ciò non avvenisse la tanto sbandierata volontà di riformare questo istituto sarebbe solo uno specchietto per le allodole e niente più”. 

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