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La Lega sprona la Regione: "No alla delocalizzazione della Ferretti"

Il consigliere regionale leghista Stefano Cavalli chiede alla Regione di farsi parte attiva per scongiurare il rischio che lo storico brand della nautica emigri all'estero

“No alla delocalizzazione della Ferretti. Cassa integrazione e mobilità volontaria non siano presagio dell’esodo”. Il consigliere regionale leghista Stefano Cavalli chiede alla Regione di farsi parte attiva per scongiurare il rischio che lo storico brand della nautica - con sei poli in Italia e due stabilimenti in Romagna, a Forlì e Cattolica - emigri all’estero (con pesanti ricadute per l’occupazione) dopo il passaggio in mani cinesi. La maggioranza di Ferretti Group è infatti stata recentemente ceduta - per 178 milioni di euro - al gruppo del Sol Levante “Shandong Heavy Industry”.

“Da una settimana - spiega Cavalli - è stata attivata la cassa integrazione straordinaria per i 1.500 lavoratori dei sei stabilimenti, contestualmente è stata annunciata la procedura di mobilità su base volontaria per circa 35 dipendenti. Alcuni professionisti hanno già varcato il confine. Addirittura il Copasir, in una recente relazione, ha messo in guardia dai dannosi effetti di simili acquisizioni dei brand di lusso italiani, citando proprio il caso Ferretti”. “Siamo preoccupati per i lavoratori e per la storia di questo marchio” dice Cavalli, che invoca “un interessamento da parte della Regione”, alla quale chiede anche di approntare “da subito interventi” per “scongiurare la delocalizzazione”.

“Lo ‘shopping cinese’ e, in generale, dei Paesi emergenti, sta impoverendo il nostro tessuto produttivo e sta privando il Nord produttivo di alcuni dei suoi migliori marchi, con effetti disastrosi per l’occupazione e la nostra economia, già funestata da una crisi senza precedenti - dice Cavalli -. E’ il triste effetto di una politica che negli anni non è stata capace di tutelare adeguatamente le proprie aziende, di incentivarne lo sviluppo, di scongiurarne la delocalizzazione, di valorizzarne i contenuti. E’ oggi responsabilità delle istituzioni tenere saldamente ancorato al nostro territorio quanto il territorio in decenni di storia imprenditoriale ha prodotto. Lo chiedono i lavoratori, lo chiede il futuro produttivo del Nord”.  

"Un impegno congiunto che da sempre ci vede in prima linea contro l'impoverimento del tessuto produttivo locale e la svendita dei nostri brand d'eccellenza", commenta così il capogruppo della Lega Nord in consiglio provinciale a Forlì - Cesena, Gianluca Zanoni, rifacendosi all'interrogazione presentata in Regione dal collega Stefano Cavalli. "Sono mesi che segnaliamo una progressiva desertificazione del comparto nautico e l'approccio latitante delle istituzioni locali in questa partita - continua l'esponente leghista -. Migliaia di lavorarti, tra settori operativi e logistici, sono in bilico e tirati per la giacchetta dalla neo-proprietà cinese".

"Trasferimenti, cassa integrazione e mobilità forzata sono stati i risultati. Lo stabilimento di Forlì come quello di Cattolica rappresenta un volano occupazionale senza precedenti che rischia di essere messo nel cassetto per esportare la produzione nel sol levante..a rimetterci come sempre sono i lavoratori", aggiunge l'esponente del Carroccio.

"Nel riminese la vocazione alla nautica rischia di essere compromessa da distrofie di mercato e costi di produzione" - si aggiunge al dibattito il capogruppo leghista in Provincia a Rimini, Giancarlo Diotalevi - Lo stabilimento di Cattolica va tutelato mantenendo i livelli occupazionali e rilanciando la produzione. In asse con Forlì - Cesena, il nostro impegno in Provincia a Rimini è quello di tenere alta l'attenzione delle istituzioni su questa problematica che investe trasversalmente tutto il comprensorio riminese".

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