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La Regione più forte nella fiera di Bologna, la Lega: "Che succederà in Romagna?"

Quali effetti ci saranno in Romagna nell'aumento di partecipazione della Regione nella fiera di Bologna da 12 a 17 milioni? Lo chiede la Lega Nord Romagna

Quali effetti ci saranno in Romagna nell'aumento di partecipazione della Regione nella fiera di Bologna da 12 a 17 milioni? Lo chiede la Lega Nord Romagna che va “all’attacco contro le politiche Bologna-centriche”, scrive in una nota. Una delibera di Giunta (186/2016) autorizza la partecipazione della Regione Emilia Romagna alla Società Bologna Fiere S.p.A. fino ad un importo massimo di 17 milioni proiettando il capoluogo bolognese al centro della rete fieristica regionale.

Non si fa attendere la reazione della Lega Nord che non ci sta e rivendica il ruolo dei centri fieristici romagnoli: “Se questo è il risultato delle rassicurazioni bolognesi sul futuro del comparto fieristico romagnolo non voglio immaginare il resto - a intervenire in prima battuta è il segretario della Lega Nord Romagna, Jacopo Morrone -, mi piacerebbe sapere se questa iniezione di capitale nelle casse di Bologna Fiere rientra nell’ottica di salvaguardare le eccellenze fieristiche romagnole e nelle intenzioni, tanto sbandierate fino a pochi mesi fa, di mantenere in vita le rassegne forlivesi e cesenati. All’apparenza non sembrerebbe - aggiunge Morrone - il segnale lanciato dalla Giunta e messo nero su bianco, di certo non lascia ben sperare.”

“Lo scippo di importanti manifestazioni a discapito di Forlì e Cesena ci aveva già messo in guardia – continua il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli primo firmatario di un’interrogazione che mette sul banco degli imputati l’Assessore Palma Costi – le intenzioni della Giunta sono evidenti. Con questo aumento di capitale (5 milioni di euro) si mette la parola fine agli sforzi di sopravvivenza delle realtà fieristiche periferiche come quella di Cesena e Forlì, già depauperate di eventi un tempo fiore all’occhiello del nostro territorio. Le pacche sulle spalle e le rassicurazioni riservate ai nostri imprenditori lasciano il tempo che trovano. Il futuro delle nostre fiere è scritto, ahimè, negli zeri di quei 5 milioni riservati al capoluogo bolognese.”

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