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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Santa Sofia

Lampedusa, il sindaco di S.Sofia contro Pini (Ln): "Non rappresenta noi della montagna"

"ome Sindaco di Santa Sofia mi spiace e mi rattrista non poco la presa di posizione dell'on. Gianluca Pini, nato a Corniolo e che quassù ha le sue radici. Una presa di posizione che non ci appartiene"

Sulla tragedia di Lampedusa interviene polemico, sulla diatriba politica nazionale, il sindaco di Santa Sofia Flavio Foietta. Lo fa per prendere le distanze da quanto detto da Gianluca Pini, deputato della Lega Nord e corniolese di origine. Verga Foietta: “Di fronte alla tragedia di Lampedusa dobbiamo chinare il capo, gridare “vergogna” come Papa Francesco e chiedere che nessuno permetta mai più a questa gente sfortunata di poter sognare un futuro migliore. Una richiesta di giustizia che sale dall’Africa e dal Medio Oriente e che noi, occidentali benestanti nonostante la nostra “crisi” , non ascoltiamo ed ignoriamo”.

E continua: “L’Europa non può voltare le spalle a queste persone, e commuoversi solo in certi momenti. Come Sindaco di Santa Sofia mi spiace e mi rattrista non poco la presa di posizione dell’on. Gianluca Pini, nato a Corniolo e che quassù ha le sue radici. Una presa di posizione che non ci appartiene Il suo dare la colpa della tragedia alla Presidente della Camera Boldrini e al Ministro Kienge, secondo lui “responsabili morali della tragedia perché danno segnali sbagliatissimi e pericolosissimi che si può arrivare in Italia senza rispetto di nessun tipo di regole” è ingeneroso verso persone che hanno mescolato la loro vita con i più bisognosi ed indifesi”.

E ancora: “Va contro il valore di “solidarietà” molto sentito tra le nostre comunità di montagna segnate da secoli di miseria e anche della necessità di trovare altrove, come emigranti, migliori possibilità. Una solidarietà e dei rapporti di rispetto umano che anche l’Agenzia Regionale della Protezione Civile ha riconosciuto al Comune di Santa Sofia quando abbiamo ospitato i profughi libici, dando loro lavoro e calore umano: proprio quello di cui questi hanno bisogno. Queste persone che attraversano il mare con grave pericolo, fuggono dalla miseria e dalla guerra e non vanno in barca per gite di piacere”.

Infine: “C’è un obbligo delle nazioni di accogliere queste persone e ancor più un obbligo morale e di civiltà. Non è tanto un problema di regole quanto un problema che va affrontato con serietà da tutta l’Europa, senza lasciare sola l’Italia. Sono bambini, donne e uomini in fuga dalla Siria in fiamme e aumentano quelli che, lungo le rotte del Mediterraneo, sbarcano in Italia allo scopo di raggiungere amici e familiari che vivono in centro Europa”.

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