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Allarme lavoro: "In nove mesi hanno chiuso oltre 2 imprese al giorno"

Numeri resi noti da Andrea Pasini, consigliere comunale e segretario provinciale UDC, in Consiglio comunale, dove era in corso il dibattito sul lavoro

“Dal primo gennaio al 30 settembre di quest'anno sono state 601 le imprese che hanno chiuso, ovvero  2,2 imprese al giorno. Dal primo gennaio al 30 giugno di quest'anno il numero dei disoccupati è stato di 650, ovvero 3,6 persone al giorno hanno perso il posto di lavoro. In un anno, dal 30 giugno 2012, al 30 giugno 2013, i disoccupati sono stati 2.588 vale a dire 7 persone al giorno e sempre alla stessa data (30 giugno 2013) ben 4.036 persone sono risultate in lista di mobilità”. Questi i dati terrificanti che si legano, purtroppo, alle considerazioni sul mondo dell'occupazione. Numeri resi noti da Andrea Pasini, consigliere comunale e segretario provinciale UDC, in Consiglio comunale, dove era in corso il dibattito sul lavoro.

“Queste cifre – sottolinea Pasini – sono ufficiali e sono state ricavate da indagini della Camera di Commercio di Forlì  e della Provincia. Dati che fanno comprendere perché ci sia mancanza di fiducia nel futuro per una situazione occupazionale che mina la dignità dell'uomo e porta con sé una scia di fallimenti e di disperazione. Il mondo imprenditoriale – insiste Pasini – è imprigionato dai mille lacci imposti dalla burocrazia, dall'alto costo del lavoro e dei servizi. L'unica preoccupazione sembra essere chiudere i bilanci in pareggio, come ci ha chiesto e imposto la Germania. Manca la ben che minima prospettiva di sviluppo e a questo contribuiscono anche le difficoltà di accedere al credito e procurarsi liquidità, indispensabile per il rilancio delle aziende. Uno stato di fatto che mortifica ogni idea imprenditoriale e una società senza idee è destinata a morire. Molto altro ci sarebbe da aggiungere a critica di questo modo insensato di affrontare il problema lavoro, ma preferisco, come è mia abitudine,  – conclude Pasini – avanzare qualche proposta operativa”.

“Similmente a quanto avvenne negli anni ottanta, gli enti locali dovrebbero impegnarsi per rendere meno oneroso il costo delle fonti finanziarie destinate agli investimenti produttivi, a tal fine destinando risorse all’abbattimento del costo del denaro (in altre parole, erogando contributi in conto interessi). Istituire, cioè, un fondo straordinario di supporto al credito da realizzarsi con la collaborazione della Fondazione della Cassa dei Risparmi, della Camera di Commercio, degli stessi istituti bancari e non ultimo dei Cofidi della varie associazioni di categoria. Infine relativamente alle nuove misure fiscali degli enti locali, il comune di Forlì potrebbe fissare un’aliquota IMU ridotta a favore delle imprese che effettuano nuovi investimenti e incrementano l’occupazione”. Ecco la proposta

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