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Linee programmatiche, la bocciatura di Morgagni (Forlì & co): "Assenza di visione"

E' quanto afferma il consigliere comunale di "Forlì & co" Federico Morgagni, secondo il quale "altrettanto rapidamente si comprende come la maggioranza sia priva di una chiara visione strategica del futuro della città"

"E' incontrovertibile che il risultato delle elezioni dello scorso giugno abbia rappresentato uno snodo di notevole rilievo nella storia della nostra comunità, con una rottura rispetto ad una continuità amministrativa durata ben cinque decadi. Sarebbe quindi stato logico supporre che le linee programmatiche presentate dalla Giunta Zattini riflettessero questa rottura e dessero il segno di quel mutamento che la maggioranza afferma a ogni piè sospinto di incarnare. E tuttavia, leggendo il documento, ci si rende ben presto conto della contraddizione fra l'enfasi retorica sul cambiamento che pervade il testo dall'inizio alla fine e la pochezza della sua realtà effettiva". E' quanto afferma il consigliere comunale di "Forlì & co" Federico Morgagni, secondo il quale "altrettanto rapidamente si comprende come la maggioranza sia priva di una chiara visione strategica del futuro della città e incapace di definire un elenco di priorità e di enucleare gli assi attorno ai quali intende favorire lo sviluppo della Forlì del futuro. Tutto questo è molto preoccupante: è impossibile infatti governare una città di 120.000 abitanti senza una visione, e se oggi si manca di stabilire quali sono le sfide prioritarie da vincere e quale deve essere il volto della Forlì del 2030, il rischio è precipitare nell'immobilismo".

"Un altro elemento che abbiamo rilevato sin dalla prima lettura e per il quale ci rammarichiamo molto è l'assenza nel testo di ogni riferimento ai diritti civili e ad una visione attenta al tema del genere, in favore di un approccio tutto ideologico con il quale sembra che la Giunta voglia imporre all'intera cittadinanza la propria visione del mondo e della società - continua Morgagni -. Archetipo di questo approccio è un inaccettabile passaggio che fa riferimento all'impegno della Giunta a garantire un sedicente "diritto a non abortire". Su questo bisogna essere chiari: nel nostro Paese l'interruzione volontaria di gravidanza è normata dalla legge 194. Si tratta di un provvedimento legislativo equilibrato, che dovrebbe solo essere applicato correttamente e sino in fondo, tanto nella parte relativa alla prevenzione delle cause che possono condurre all’Ivg, quanto in quella che assicura la possibilità di interrompere la gravidanza negli ospedali pubblici, costantemente messa a rischio dalla presenza esorbitante di medici e anestesisti obiettori. La 194 chiarisce inoltre che la scelta di interrompere la gravidanza spetta alla donna e a nessun altro, e su questo punto non accetteremo che la Giunta porti avanti discutibili crociate ideologiche. Diverso sarebbe stato se la maggioranza avesse manifestato l'intenzione di avviare un confronto su interventi per favorire l'educazione ad una sessualità responsabile e un più ampio accesso alla contraccezione, per affermare una genitorialità paritaria e condivisa, per incentivare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro per le donne. Ma a questi aspetti non è stata dedicata pressoché nessuna attenzione".

Continua Morgagni: "Per quanto riguarda alcune questioni specifiche, siamo rimasti sorpresi dal vuoto di analisi della situazione e di visione strategica che emerge nei capitoli dedicati ad economia e lavoro. Innanzitutto non si afferma come la principale sfida del nostro presente e futuro sia la transizione dall'economia lineare a quella circolare. Inoltre nessuna attenzione è dedicata a quello che è il cuore del nostro tessuto produttivo, e cioè le maggiori industrie e i distretti. Sintomatico è anche il pochissimo spazio riservato a lavoro e occupazione. A nostro parere sarebbe invece opportuno che il Comune si proponesse in primo luogo di realizzare una azione congiunta coi territori limitrofi per una strategia unitaria che faccia leva sul valore del "fare sistema" nello sforzo di sostenere la transizione dell’economia; ciò in particolare agendo su: promozione di nuove tecnologie digitali e informatiche, di nuove forme di energia rinnovabile e decentrata, esempi di economia condivisa. L'Amministrazione dovrebbe fare di tutto ciò una sua mission, assumendo una visione che accompagni tutta l'azione quotidiana: dalle priorità di bilancio alle scelte urbanistiche, ai nuovi regolamenti".

"Poi c'è la questione delle imprese e dei distretti produttivi - prosegue l'esponente della lista di centrosinistra -. Il Comune non può chiamarsi fuori da queste partite e deve invece promuovere le vocazioni produttive territoriali, con particolare attenzione al "distretto della conoscenza" correlato al tecnopolo aeronautico e al polo della nautica, oltre ai distretti manifatturieri tradizionalmente tipici della nostra realtà come quelli del legno e del mobile imbottito. Quanto al lavoro, non possiamo non rilevare come in queste linee manchi qualsiasi riflessione sulla sua qualità e qualsiasi proposta volta a migliorarla, né sia ipotizzata la realizzazione a livello locale di patti per il lavoro e la crescita concertati con le parti sociali. A nostro avviso sarebbe stato importante valutare almeno una azione sugli appalti, con la definizione di protocolli atti a garantire non solo la piena trasparenza delle imprese ma anche il rispetto dei diritti dei lavoratori, in un'ottica volta al superamento del criterio del massimo ribasso".

"Sul versante del clima, tutto il ragionamento della Giunta ci appare segnato da scarsa immaginazione e limitata apertura al futuro, oltre ad essere in evidente contrasto con la mozione sulla lotta al cambiamento climatico approvata all'unanimità dal Consiglio comunale lo scorso luglio e con le attese di tanti cittadini e di tanti giovani che anche nella nostra città hanno animato le mobilitazioni per l'ambiente che si sono succedute nel corso dei mesi - argomenta ancora l'esponente di "Forlì & co" -. Se sul versante del traffico urbano, il documento sembra addirittura ventilare la preoccupante ipotesi di favorire l'aumento della circolazione dei veicoli. Debole risulta anche la riflessione sulla rigenerazione energetica urbana.  Questa non si può limitare solamente al recupero di aree e immobili abbandonati e ad attestarsi sulle previsioni della legge regionale contro il consumo del suolo. Bisogna invece intervenire prioritariamente per la rigenerazione dell'intero patrimonio pubblico, in accordo con l'amministrazione provinciale e i comuni dell'Unione per un'azione sinergica. Inoltre è urgente agire sul vasto patrimonio privato risalente agli anni '60 e '70, ormai scarsamente efficiente sul versante energetico, anche rafforzando l'incentivazione esistente a livello nazionale con sgravi per i proprietari. Infine ci vorrebbe un censimento di tutti gli immobili dismessi e abbandonati, sia per conoscere le disponibilità per futuri ri-usi, sia per avviare percorsi di conoscenza e definizione partecipata di nuovi usi, secondo una visione che li interpreta come bene comune e che punta alla valorizzazione della memoria storica della città".

Capitolo università: "Anche in relazione a questo punto, stupisce la limitatezza delle proposte, dalle quali certo non si deduce che l'università sia un asse strategico per il futuro della città, nonostante il grande parlare di facoltà di Medicina. Invece secondo noi il polo universitario potrebbe dare un contributo fondamentale a definire il volto della Forlì del 2040/50 e per una risignificazione del centro storico e delle sue funzioni, dandogli nuovo volto come area della conoscenza, della formazione e della offerta culturale. Il tutto facendo sinergia con l'ateneo e valorizzando l'enorme capitale umano fornito dagli studenti".

"Sempre nel settore dell'istruzione, ci saremmo aspettati maggiore coraggio anche per i servizi per la prima infanzia 0-3 e 0-6. Mentre la Regione e i comuni limitrofi (Cesena fra tutti) si muovono in direzione di una universalizzazione della possibilità di accesso a questi servizi, mediante appositi interventi per ridurre o azzerare le rette, nulla di ciò si ravvisa in queste linee di programma - prosegue -. A nostro avviso, sarebbe utile che anche il nostro Comune si proponesse di studiare, almeno in via sperimentale, interventi in questa direzione. Oltre alla indubbia valenza di carattere educativo-formativo (vista l'elevata qualità del sistema pubblico/privato del nostro territorio), questa scelta darebbe un contributo di straordinario rilievo alle famiglie e all'occupazione femminile, beneficiando ampie fasce della popolazione e soprattutto i redditi più bassi".

Questi e molti altri (basti pensare alla scarsa attenzione riservata alla cultura e alla preoccupante assenza di qualsiasi riferimento al progetto Atrium) sono gli elementi sui quali avremmo voluto parole chiare e serie indicazioni di prospettiva, che invece mancano. Il rischio che percepiamo è quello di un Ente locale che si ritrae rispetto all'azione di regia che gli compete per favorire il progresso e lo sviluppo del territorio. L'assenza di visione che traspare da questo documento, può condurre Forlì alla paralisi. Di conseguenza, la nostra valutazione di queste linee programmatiche è negativa - conclude -. Il nostro impegno sarà quello di contribuire, nei futuri dibattiti consiliari, a migliorarle, per dare quelle risposte che giovani, studenti, donne, famiglie, lavoratori e imprenditori si aspettano da chi ci governa". 

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