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Lotta alla siccità

Lotta alla siccità, Europa Verde contro la costruzione dei nuovi invasi: "Ripensare al modello dei consumi"

Per Cristina Mengozzi e Alessandro Ronchi, coportavoce Europa Verde Forlì-Cesena, "Romagna acque ha imboccato da tempo una strada sbagliata".

Europa Verde storce il naso davanti alla possibilità di nuovi invasi nella vallata del Tramazzo per consumi idropotabili ma anche per gli usi agricoli. "E' bello fare dighe e sbarramenti e poco interessa se questi non rispondono ad alcuna pianificazione degna di questo nome e soprattutto fatta da organismi a ciò preposti, che abbiano come guida la pianificazione di bacino", criticano Cristina Mengozzi e Alessandro Ronchi, coportavoce Europa Verde Forlì-Cesena, secondo i quali "Romagna acque ha imboccato da tempo una strada sbagliata".

L'INTERVISTA DOPO LA TRACIMAZIONE - "Acqua in cassaforte, ma non basta"

"Le crisi idriche che hanno interessato anche il nostro territorio e la riduzione delle precipitazioni avrebbero dovuto indurre Romagna Acque a cambiare approccio e puntare decisamente sulla riduzione dei consumi, sulla eliminazione degli sprechi ma in tutto questo lungo periodo però non è stata messa in atto una sola azione di carattere strutturale per risparmiare la risorsa acqua e promuoverne il riuso - sostengono gli ambientalisti -. Da anni abbiamo proposto il riutilizzo delle acque dei depuratori per usi agricoli, così come suggeriamo di utilizzare per usi non potabili quella dei grandi bacini delle ex cave di ghiaia lungo i fiumi e nelle zone di pianura. Abbiamo invocato e suggerito molte altre soluzioni strutturali, elencarle è venuto a noia ormai".

"Ci sono però due questioni che attengono al quadro istituzionale e democratico - proseguono Mengozzi e Ronchi in una nota -. Riteniamo inaccettabile che chi gestisce la risorsa acqua sia anche lo stesso soggetto che disegna le strategie, programma le scelte dalle quali trae i suoi guadagni. Né riteniamo accettabile che siano, come dice il presidente Tonino Bernabè, tutte le “istituzioni romagnole” a decidere per la realizzazione di un nuovo invaso in Appennino. Ancora una volta una questione così rilevante non può essere decisa senza e al di fuori di una pianificazione partecipata e condivisa, come impone la legge in materia di bacini idrici".

I Verdi chiedono ancora una volta "che sia la pianificazione, promossa da un soggetto terzo e democraticamente eletto, fatta a scala regionale, a individuare il modo in cui si deve far fronte alla nuova situazione, sottoponendo i piani alla Vas, Valutazione Ambientale Strategica (come chiede la legge) e alla partecipazione popolare. Ci sono molte cose da discutere a cominciare dal modello di consumi. Sono i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale che lo impongono, a cominciare dall’individuare le modifiche necessarie in due campi centrali riguardanti l’uso della risorsa idrica. L’agricoltura e il turismo, i cui consumi vanno profondamente adeguati alla nuova situazione in atto".

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