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Lotta contro i rifiuti negli inceneritori, Verdi: "Ma l'amministrazione chi vuole prendere in giro?"

l Pd ha il Governo più forte del dopoguerra, il segretario del loro partito è presidente del Consiglio e in tale posizione non ha oppositori e personaggi capaci di impensierirlo o mettere in discussione le sue decisioni

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

In queste settimane, dopo che i Verdi avevano messo in evidenza il contenuto dell'art.35 dello Sblocca Italia,  votato dai parlamentari di Centrosinistra della Regione, si sono susseguite dichiarazioni di intenti che hanno mostrato l'incapacità politica della classe dirigente forlivese di affrontare la questione in modo serio ed efficace. Il Pd ha il Governo più forte del dopoguerra, il segretario del loro partito è presidente del Consiglio e in tale posizione non ha oppositori e personaggi capaci di impensierirlo o mettere in discussione le sue decisioni. A Forlì sono tutti renziani, anzi più che renziani, la loro minoranza interna è ridotta in gramaglie con percentuali bassissime. Hanno moltissimi parlamentari e un Governo  ad altissima  composizione emiliana, come mai nella storia, eppure non riescono a farsi ascoltare, neppure ricevere. Dopo accesissimi proclami di battaglia hanno ripiegato su un più modesto tentativo emendativo, che avrebbe il consenso dell'ANCI, sempre presieduta da un loro esponente di peso. Il ministro Galletti, pur dicendo che non si sognava di modificare la norma e di bloccare l'arrivo dei rifiuti, ha cortesemente invitato il Comune di Forlì e gli altri assessori incontrati fugacemente a Rimini, di presentare un emendamento fatto con l'ANCI alla legge di stabilità. Con l'emendamento si farebbero pagare più soldi per l'incenerimento : salute in cambio di denaro mentre le politiche virtuose dichiarate salterebbero ovunque. L'emendamento non è pervenuto in tempo ( ammesso che ci sia ) e per questioni di rigido regolamento anche se ci fosse non potrebbe essere esaminato in questa sessione della ex finanziaria. L'emendamento non risulta presentato neppure nel c.d. "collegato ambientale " un provvedimento che stancamente è incagliato nelle aule parlamentari dai tempi del Ministro Orlando all'Ambiente, un secolo fa, secondo i canoni di velocità renziani. L'ultima trovata, dilettantesca anzichenò, è lo strombazzato ricorso alla Corte Costituzionale, ricorso che dovrebbe fare...la Regione. Peccato che secondo il nuovo titolo V della Costituzione la tutela dell'ambiente sia materia esclusiva dello Stato  Infatti l'Art. 117 recita: "La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali." Alla fine chiedono a Bonaccini cosa vuol fare, non ricevendo risposte, solo silenzi di gomma. Tutto da soli, come al solito, con "tecnici" prestati alla politica incapaci di individuare strategie utili e positive. Si ponga l'accento sulle procedure di infrazione, si faccia la battaglia, anche a Bruxelles, perché a pagare non siano gli italiani ( in denaro ) e gli emiliani romagnoli in salute, perché le sanzioni riguardino le sole regioni inadempienti. Si imponga alla politica di rispondere e a non fare il muro di gomma, se si è capaci, si mettano in difficoltà Governo e Regione, richiamando i propri eletti a votare contro i provvedimenti del Governo, si organizzi a livello regionale e nazionale una coalizione di città, cittadini, organizzazioni politiche, sindacali e ambientali contro questa vera porcata, si faccia politica insomma, se non si vuole che ancora una volta Hera possa godere della incapacità politica dei nostri amministratori, come quando le regalarono il nuovo inceneritore.

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