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Elezioni 2022

Elezioni, il Terzo Polo sorprende in Romagna. Di Maio: "Risultato che va coltivato. Abbiamo gettato le fondamenta per il futuro"

L'ex deputato forlivese, attraverso un post su Facebook, prende atto della "vittoria netta della coalizione di destra guidata da Giorgia Meloni, un risultato ampiamente atteso e previsto"

Per un soffio il terzo polo di Azione, Italia Viva e Pri non ha sfiorato la doppia cifra nel comune di Forlì, fermandosi al 9,97%. In questo modo, superando il M5S si attesta come terza forza politica in città. "Con il 7,7% dei voti (a livello nazionale, ndr) si sono gettate le fondamenta su cui edificare un progetto politico che dia rappresentanza all’Italia che lavora, che studia, che si dà da fare e non aspetta di vivere di sussidi". Marco Di Maio, parlamentare uscente di Italia Viva, commenta così il risultato alle elezioni politiche del Terzo Polo, ovvero l'alleanza tra Italia Viva e Azione. L'ex deputato forlivese, prende atto della "vittoria netta della coalizione di destra guidata da Giorgia Meloni, un risultato ampiamente atteso e previsto. L’affermazione di Fratelli d’Italia ha eroso gran parte dei consensi che in parte erano andati alla Lega (per Salvini una sconfitta cocente, soprattutto nei territori storicamente leghisti come il nord-est) ed ha attinto, probabilmente, anche dal serbatoio che nel 2019 votò in massa per il Movimento 5 Stelle".

Di Maio ha anche analizzato la scarsa affluenza alle urne, "l'astensionismo più alto della storia repubblicana: mai così poche persone hanno partecipato alle elezioni per il rinnovo del parlamento (9 punti percentuali e quasi 6 milioni di votanti in meno rispetto al 2018). Questo punto va in subordine rispetto al primo perché spesso viene utilizzato per sminuire i risultati e non voglio farlo. Credo, tuttavia, che tra l’emergenza economica, energetica e sociale, uno spazio di riflessione per analizzare questa emergenza di partecipazione popolare vada trovato". 

"Chi ha impostato la propria campagna elettorale sul risentimento e il rancore rinunciando a fare accordi per puro puntiglio personale o - peggio - vecchie ruggini del passato, ha perso anche laddove non aveva mai perso - osserva l'esponente renziano -. La capacità di aggregare anziché dividere viene premiata (non da oggi, come dimostrano i risultati delle elezioni regionali e comunali, spesso di segno diverso rispetto alle nazionali). Anche quando ha schierato candidature pregevoli, come ad esempio quella di Gnassi a Rimini alla Camera o Rontini al Senato a Ravenna-Ferrara, per fare due esempi pratici della mia Romagna". Ed ancora: "Ho letto che qualcuno nel Pd attribuisce al nostro risultato (ricordo che come Italia Viva ci venne detto che non si volevano fare accordi perché, si affermava, “pesate solo il 2% e ci fate perdere voti”), il calo dei propri consensi e la perdita di collegi che si consideravano sicuri. Un approccio sbagliato, che - come sempre - tende ad allontanare le proprie responsabilità e a considerare gli elettori una proprietà privata di qualcuno". Ed infine: Credo che anziché continuare a cercare in casa d’altri le responsabilità dei propri insuccessi, sarebbe bene che ognuno facesse un esame serio in casa propria di ciò che ha fatto e ottenuto, per poi impegnarsi a costruire ponti e non alzare muri. Sempre che l’obiettivo sia quello di far politica e non quello di regolare conti personali o di altra natura: un gioco per il quale non credo ci sia interesse da parte del nostro gruppo. Sicuramente non da parte mia".

Di Maio commenta anche il risultato del Movimento 5 stelle: "Ha dimezzato la percentuale del 2018 (perdendo oltre 6 milioni di voti), ma col suo 15,5% rappresenta certo una sorpresa. Da Giuseppe Conte mi divide tutto, ma riconosco che la sua campagna elettorale dal punto di vista tecnico e del target a cui si è rivolto, è stata la migliore. Benché, ribadisco, agli antipodi della mia considerazione su cosa dovrebbe essere la Politica". 

Quanto al Terzo Polo, conclude, "con il 7,7% dei voti si sono gettate le fondamenta su cui edificare un progetto politico che dia rappresentanza all’Italia che lavora, che studia, che si dà da fare e non aspetta di vivere di sussidi. Che certo deve unire le grandi culture liberali, popolari e repubblicane; ma che se vuole crescere in quantità e non solo in qualità, deve anche andare oltre  e rivolgersi a un elettorato che forse non ha chiari questi riferimenti ma si può riconoscere nei valori che intendiamo rappresentare. In aggiunta al dato nazionale, vanno segnalate percentuali molto buone raggiunte alcune grandi città e anche in Romagna (grazie anche alla generosità di candidati come Luca Ferrini e alla disponibilità di centinaia di volontari) e a Bologna. È chiaro che questo risultato va coltivato, ci attribuisce responsabilità per il futuro e ci rende interlocutori interessati a lavorare con chi ha interesse a condividere progetti e iniziative a beneficio dei nostri territori e con chi, come il presidente Bonaccini, ha dimostrato a parole e nei fatti di essere aperto a collaborare fattivamente".

L'intervista a Luca Ferrini, di Gerardo Muollo

Il 9,97% è stato riportato anche nella città di Cesena come a Forlì. Una percentuale curiosamente identica che simbolicamente invita "all'unità perché siamo una comunità unica, basta pensare ognuno al proprio orticello. Cosa sono 15 chilometri di distanza?". E' soddisfatto Luca Ferrini del risultato uscito dalle urne che lo premia in particolare a Cesena e Forlì dove il Terzo Polo di Calenda, Renzi e i Repubblicani scalza il Movimento 5 Stelle che diventa quarto, mentre il movimento trainato da Calenda è terzo di nome e di fatto.

"E' il primo mattoncino - sottolinea Ferrini - ma partiamo molto bene. Ora sta a noi non disperdere questo tesoretto, e dimostrare di essere capaci di far nascere un polo unico. Il mio pensiero è che il Terzo Polo può crescere, siamo riusciti ad arrivare al 10% in condizioni non facili. Ho fatto una campagna elettorale in un collegio composto da ben 30 comuni, non è stato semplice toccare capillarmente tutti i territori. Devo dire un grande grazie a tutti i volontari, ragazzi che si sono avvicinati alla politica e mi hanno aiutato in questa avventura. Il loro impegno è stata la cosa più bella". 

E' stata la principale novità di questa tornata elettorale, e confermando il trend nazionale, il Terzo Polo anche in provincia ha attecchito maggiormente nelle città capoluogo dove sfiora il 10%, mentre nei comuni più piccoli, costieri o montani come Cesenatico e Bagno di Romagna, si attesta intono al 7%. "Azione, Italia Viva e Repubblicani hanno dimostrato di essere capaci di fare squadra. A chi abbiamo eroso voti? Non credo al Pd che rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2018, penso siamo stati in grado di intercettare voti moderati. Sicuramente la mancanza del voto disgiunto e la 'tesi' del voto utile ci hanno penalizzati, ma se siamo riusciti ad arrivare al 10% in queste condizioni penso che tra due anni alle amministrative potremo fare molto meglio sciegliendo le persone giuste. Nelle elezioni locali il candidato del territorio conta ancora di più. Mi gratifica il fatto che molte persone hanno dato la preferenza al mio nome, ancor prima che al simbolo".

Nelle elezioni che hanno visto anche in Romagna l'exploit annunciato di Fratelli d'Italia Ferrini si sofferma sul quasi 10% a Cesena del M5S: "E' un dato alto, se consideriamo che non siamo al Sud dove a trainare è il reddito di cittadinanza. L'impressione è che sappiano intercettare i voti delle persone in difficoltà, di chi non riesce a pagare le bollette, di persone che faticano ad arrivare a fine mese, anche non percettori di reddito di cittadinanza".

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