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Mes, Vietina (Forza Italia): "Ecco perchè dobbiamo dire di sì"

"Il Consiglio Ue ha definito già ad aprile la fisionomia della linea di credito ad hoc (Pandemic crisis support) che mette a disposizione aiuti fino al 2% del Pil, per l’Italia fino a 36 miliardi di euro", afferma Vietina

“Nei giorni scorsi ho aderito all’integruppo che sostiene l’urgenza e l’indifferibilità del ricorso al MES per il nostro Paese. Sono convinta che, oggi più che mai, si tratti di risorse che sarebbe scellerato non utilizzare, in particolare dopo i chiarimenti dello scorso aprile. Il Consiglio Ue ha definito già ad aprile la fisionomia della linea di credito ad hoc (Pandemic crisis support) che mette a disposizione aiuti fino al 2% del Pil, per l’Italia fino a 36 miliardi di euro. Un prestito subito disponibile a un tasso di poco superiore allo 0,1% annuo, preceduto da una valutazione «semi automatica" sulla sostenibilità del debito dello Stato da aiutare, senza condizionalità macroeconomiche e un solo vincolo: che i fondi vengano usati per il ‘finanziamento diretto o indiretto dei costi sanitari, di cura e prevenzione dovuti alla crisi Covid-19’". Così Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia e sindaco di Tredozio.

"Si potrebbero liberare risorse e destinare ad altri investimenti utili per la ripresa dell'economia,  oppure si potrebbe risparmiare circa 400 milioni di euro in spese per interessi. In grande franchezza, credo che queste risorse servano all’Italia: sarebbero immediatamente disponibili e ci permetterebbero di fronteggiare l’emergenza sanitaria che sta tornando a montare con un ritmo estremamente preoccupante - prosegue -. Ma non solo: potremmo utilizzarle nuovo personale sanitario, evitando di spostare le assunzioni fatte dopo la prima ondata nuovamente nei reparti e mantenere (o, meglio ancora, potenziare) le forze disponibili per il tracciamento dei contagi. Oggi si sono rotti gli argini ma possiamo ancora provare a recuperare con una massiccia attività di tracciamento. Ma soprattutto potremmo utilizzarli per potenziare le strutture sanitarie e sostenere le regioni maggiormente in difficoltà: i posti in terapia intensiva, come ben sappiamo, non sono distribuiti in maniera equilibrata nel Paese. Oggi ci sono regioni che si trovano a dover affrontare una marea montante di contagi senza essere adeguatamente attrezzate. Anche nella virtuosa Emilia Romagna ci sono strutture che avrebbero bisogno urgente di potenziamenti. Penso all’ospedale di Faenza, al vecchio e al nuovo Bufalini di Cesena, in primis ma anche a tutti quei territori montani lontani dai grandi centri e privi di strutture adatte alla gestione della pandemia. Infine, potremmo rivedere e supportare i servizi di assistenza per gli anziani. Occorre evitare a ogni costo che le RSA si trasformino in focolai mortali per i nostri anziani: ma per farlo servono risorse, personale e strumenti”.

"Non credo ci si possa fare illusioni – incalza la deputata azzurra -: l’uscita dalla crisi sarà lenta e complicata. E il ricorso allo scudo europeo senza condizioni (se non quelle dell’impiego per la sanità) è senz’altro una opportunità. Anche con il Recovery Fund, che avremo forse a metà del 2021, non avremo tanta abbondanza. Il 2021 a cui ci affacciamo sarà molto difficile e a questo seguiranno anni di crescita stentata, di lento recupero, di macerie su cui ricostruire: la finanza pubblica si troverà a muoversi con spazi esigui, quando non completamente inesistenti. Ecco perché questa seconda ondata rende inequivocabile la necessità di ricorso immediato al Mes. Non possiamo permetterci, per il bene del Paese e di tutti i nostri concittadini, di rinunciare a una risorsa tanto rilevante, a condizioni tanto convenienti e immediatamente disponibile. Ne va del futuro del Paese”.   

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