M5S: "Il progetto di metanodotto danneggia un bosco e il suo ecosistema a Pievequinta"
“Nella campagna di Pievequinta si sta predisponendo uno scempio naturalistico”: è l'opinione che viene espressa dai consiglieri comunali del M5S Franco Bagnara ed Eros Brunelli
“Nella campagna di Pievequinta si sta predisponendo uno scempio naturalistico”: è l'opinione che viene espressa dai consiglieri comunali del M5S Franco Bagnara ed Eros Brunelli. Il riferimento è al progetto di metanodotto, nella cui fascia di servitù per l'esproprio ricade anche una porzione di bosco.
Scrivono i due consiglieri: “In via Donnasanta esiste un ecosistema costellato al suo interno da alberi con diverse varietà di oltre 40 anni, con al suolo una tale biodiversità di erbe, cespugli ed arbusti, rifugio di fagiani, civette, merli, picchi, oltre a lepri, ricci ed altri animali in libertà e dove alla notte a “concerti di vita” (cicale, gufi, ecc…), aleggiano lucciole ed altro ancora”.
Il progetto del metanodotto risalente al 2005, prorogato più volte. Un progetto che i pentastellati definiscono “attualmente obsoleto”, rispetto allo sviluppo delle energie rinnovabili. “Il progetto non ha analizzato con sopralluoghi l’area interessata dal tracciato, ma è semplicemente una schematica linea con particolari costruttivi standard, che non tiene conto che ogni luogo è unico per la sua forma fisica (servitù per precedenti sottoservizi), la sua storia (area di interesse archeologico con reperti storici di villa romana, resti di caduti in guerra), la sua immagine (piantagioni a vigna, kiwi, albicocche, bosco). L’alterazione paesaggistica prodotta dall’invasiva opera, oltre a ledere il bosco, sfregia in diagonale numerosi poderi con soprastanti piantagioni, le cui realizzazioni hanno comportato sacrifici economici e di fatica”.
I Consiglieri Comunali pentastellati Bagnara e Brunelli, ritengono fermamente e convintamente che Snam “avesse il dovere di rendere nota l’intenzione del progetto fin da subito ai proprietari, affinché potessero escludere le aree interessate alla fornitura e posa in opera di nuove arboricolture ed alla cittadinanza delle abitazioni che saranno vicine ad una infrastruttura da attenzionare”.
Ed infine: “Consigliamo ai proprietari di tutti quei terreni sfregiati dall’infrastruttura di rivolgersi a legali e tecnici specializzati in materia per analizzare la complessa materia delle servitù e di tutti i danni susseguenti, qualora non si riesca a spostare il tracciato grazie alla presenza di vincoli paesaggistici ed archeologici, oltre ad analizzare attentamente la modulistica ricevuta da Snam”, concludono i consiglieri Bagnara e Brunelli.