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Morrone (Lega): "Dalle ceneri delle vecchie Provincie rinascono quelle “nuove” pasticciate"

E' quanto afferma il segretario provinciale della Lega Nord, Jacopo Morrone, nell'esprimere perplessità sul neo meccanismo che disciplina il "rinnovo" dell'Amministrazione provinciale forlivese.

"Dalle ceneri delle vecchie Provincie rinascono le “nuove” pasticciate Provincie. Rimangono invariati i costi di personale e apparato burocratico"; oltre ad essere a rischio "il principio di rappresentatività territoriale dell’ente". E' quanto afferma il segretario provinciale della Lega Nord, Jacopo Morrone, nell'esprimere perplessità sul neo meccanismo che disciplina il “rinnovo” dell’Amministrazione provinciale forlivese.

“A conti fatti - esordisce - questa riforma, così come partorita dal Governo Renzi, non centra l’obiettivo del risparmio e dell’ottimizzazione delle risorse, priva i cittadini del loro diritto a esprimere la propria preferenza nella scelta di chi li governa e rischia di trasformare la vecchia Provincia in un nuovo confusionario ente di secondo livello, le cui funzioni restano un'incognita così come le risorse destinate al mantenimento – auspicabile – di elevati standard qualitativi nell’erogazione dei servizi al cittadino.”

“Quello che si sa con certezza è che il 13 ottobre – l’indomani lo svolgimento del voto – la Provincia di Forlì Cesena risorgerà quale ente di secondo livello. Un passo indietro nella rappresentatività elettorale del territorio e un “passo avanti” nella cooptazione partitica di consiglieri e neo Presidente. L’auspicio è quello di garantire livelli ottimali nell’erogazione dei servizi al cittadino evitando uno scollamento del nuovo ente dalle priorità e dalle istanze del territorio", aggiunge.

“Quello che più ci preoccupa è l’efficienza amministrativa di una macchina provinciale che a ben vedere sa poco o niente di quello che andrà a svolgere - prosegue l'esponente del Carroccio -. Ad oggi se ne conoscono i neo promossi protagonisti elettorali: l’elettorato attivo da un lato – Sindaci e consiglieri comunali – l’elettorato passivo dall’altro – Sindaci, consiglieri comunali e consiglieri provinciali uscenti. Poi stop. Sull’attribuzione delle funzioni e sui cambiamenti concreti che subirà il cittadino nell’erogazione dei servizi territoriali si sa poco e a tinte fosche".

"Per non parlare del fatto – aggiunge Morrone - che non vi è stata alcuna compressione dei costi dell’apparato amministrativo/burocratico. Ovviamente va garantito l’indotto occupazionale così come gli stipendi. La decurtazione dei compensi toccherà i portafogli di consiglieri ed ex assessori, pur con l’eccezione del neo Presidente provinciale che potrà ricevere – a seconda delle modifiche statutarie – una lauta indennità di carica.”

Morrone conclude "con un aspetto da non sottovalutare: un cittadino per “interfacciarsi” con la nuova Provincia di Forlì Cesena dovrà fare armi e bagagli e dirigersi a Bologna, poiché le vecchie attribuzioni dell’ente soppresso verranno traslate nel capoluogo bolognese col rischio di ipotecare progressivamente il cordone rappresentativo con i piccoli Comuni periferici.”

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