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L'addio di Forlì al gigante Giorgio Zanniboni

L'estremo saluto a Giorgio Zanniboni ha riunito attorno al suo feretro e alla sua famiglia, ai figli Iuri e Rossano, tutta Forlì. Nel Salone comunale gremito di amici, conoscenti e figure politiche e istituzionali

Forlì ha salutato sabato mattina, vigilia di Natale, il ‘gigante’ che l’ha governata da sindaco dal 1979 al 1990. L’estremo saluto a Giorgio Zanniboni ha riunito attorno al suo feretro e alla sua famiglia, ai figli Iuri e Rossano, tutta Forlì. Nel Salone comunale gremito di amici, conoscenti, persone che durante la sua avventura politica l’avevano anche contrastato duramente, è stato il sindaco di Forlì, Roberto Balzani, a pronunciare il discorso solenne (qui il testo integrale) di ricordo dell’ex primo cittadino.

I funerali del sindaco 'gigante', Giorgio Zanniboni



Affiancato anche dai suoi predecessori Nadia Masini (sindaco dal 2004 al 2009) e Sauro Sedioli (dal 1990 al 1994), assente invece Franco Rusticali (dal 1994 al 2004), Balzani ha tracciato un profilo lucido e coraggioso del sindaco scomparso. Non c’era Angelo Satanassi, l’altro grande sindaco che se n’è andato nel corso del 2011, amico di Zanniboni e con il quale ne ha condiviso le sfide più importanti.

> LO SPECIALE SULLA MORTE DI ZANNIBONI

La famiglia ha voluto ringraziare pubblicamente tutta la città e tutti coloro i quali non hanno fatto venir meno il proprio affetto e la propria vicinanza nei confronti del grande padre della Diga di Ridracoli e dell’acquedotto di Romagna. A rendergli omaggio il segretario forlivese del Partito Democrato, Marco Di Maio, e gli ex parlamentari Roberto Pinza, Valter Bielli, Romano Baccarini e un commosso Stelio De Carolis. Presente anche quasi tutta la giunta comunale di Forlì e alcuni assessori provinciali (ma non il presidente della Provincia, Massimo Bulbi, sostituito dal vice Guglielmo Russo).

C'erano soprattutto tantissime persone comuni, tanti estimatori di Zanniboni, iscritti e non al Partito Democratico, per la cui nascita si era strenuamente battuto; c'erano molti giovani e c'erano tante donne e tanti uomini che hanno visto in Zanniboni un punto di riferimento, una figura forte e indipendente. Un uomo libero nel senso più pieno del termine.
 

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