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Nomine in Forlifarma, Pd e Articolo 1: "Scegliendo Bartolini, il sindaco si dimostra condizionato dai suoi partiti di maggioranza"

"Il Sindaco Zattini confermerebbe ancora una volta quanto poco ci sia di civico e moderato nella sua amministrazione"

Con la possibile nomina di Luca Bartolini ad amministratore unico di Forlifarma, partecipata al 100% del Comune di Forlì, il sindaco Gian Luca Zattini confermerebbe ancora una volta quanto poco ci sia di civico e moderato nella sua amministrazione. La nomina che sarebbe quanto mai inopportuna sotto svariati profili": lo dicono in una nota l'Unione territoriale di Forlì del Pd e Articolo 1, dopo la contestazione in commissione consigliare di Giorgio Calderoni, consigliere di 'Forlì e Co'.

Così Pd e Articolo 1: "Bartolini è coordinatore forlivese di Fratelli d’Italia e, forse, neanche ai tempi della Prima Repubblica venivano proposte nomine nelle società partecipate a dirigenti apicali di partito in carica. Anche tralasciando la roboante inopportunità della collocazione di dirigenti di partito alla presidenza di società pubbliche, resterebbe ugualmente davvero difficile ravvisare in Bartolini le competenze che giustifichino la nomina dato che il medesimo, dipendente dal 1987 del Consorzio di bonifica della Romagna, non presenta nel proprio curriculum alcuna esperienza che possa spiegare l’eventuale nomina".

Ed ancora: "Bartolini è stato coinvolto nella vicenda giudiziaria delle cosiddette “spese pazze” ai tempi in cui era consigliere regionale nel gruppo di Forza Italia (dal 2010 al 2014), affermando più volte di essere stato assolto con una davvero disinvolta omissione della prescrizione per reato di frode aggravata che invece emerge dal documento della Cassazione. Bartolini nel 2014 contestò le nomine della Ausl Romagna fatte, a suo avviso, non “in base a criteri di competenza”, paragonandole “ad una parata dei dirigente del Pcus” e dichiarando che “la salute è un bene di tutti e che non deve avere connotazioni partitiche”".

Ed infine: "Dopo il rimpasto di giunta, congelato per oltre un anno e non più rinviabile a seguito del risultato elettorale del 25 settembre, Zattini pagherebbe un altro pegno al peso conquistato da Fratelli d’Italia, che renderebbe sempre meno credibile la sua tanto sbandierata autonomia dai partiti. La dirigenza di un servizio pubblico come quello delle farmacie comunali, di ingente valore economico, di forte impatto sulla vita quotidiana dei cittadini, di delicate relazioni con le strutture sanitarie, richiederebbe requisiti di alto profilo, di competenza e di autonomia decisionale. Se invece Zattini nominasse come amministratore unico di una società pubblica un dirigente di partito con un curriculum non adeguato, si rivelerebbe non solo fortemente condizionato dai suoi alleati di maggioranza, ma anche spregiudicato e poco attento agli interessi della comunità forlivese".

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