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Nuovi dirigenti Ausl, la Cisl: "Vogliamo chiarezza. Ecco i punti da discutere"

Un documento importante, insomma, ma in alcun modo condiviso con le organizzazioni sindacali e sul quale anche la Cisl esprime alcuni dubbi.

Nomina dirigenti per l’Ausl unica, questione di metodo, oltre che di merito. In vista dell’incontro della conferenza socio sanitaria romagnola in programma per lunedì, anche la Cisl Romagna esprime una serie di dubbi soprattutto sulle modalità con le quali la dirigenza dell’azienda è arrivata a formalizzare il documento di riorganizzazione. Una «fase transitoria», secondo quanto dichiarato dai vertici dell’Ausl, che però individua non meglio identificate figure dirigenziali d’area, con funzioni di coordinamento per tutta l’Ausl romagnola, che potrebbero disegnare l’atto aziendale, la vera mappa della futura organizzazione sanitaria romagnola. Un documento importante, insomma, ma in alcun modo condiviso con le organizzazioni sindacali e sul quale anche la Cisl esprime alcuni dubbi.

“Il documento è stato consegnato solo alle organizzazioni di categoria e non c’è stata una fase di discussione su di esso, – spiegano dalla segreteria della Cisl Romagna . Come struttura confederale non abbiamo avuto modo di entrare nel merito della decisione. Non riusciamo a capire, ad esempio, se siano di fatto stati individuati nuovi posti, se comportino un aggravio di costi con l’attribuzione del ruolo di dirigenti a figure che prima non lo erano (anche se non si tratta di nuove persone, come ha chiarito l’Ausl, potrebbero esserci costi in più), che tipo di “potere gerarchico” avranno nei confronti dei loro interlocutori nei singoli territori (i coordinatori, così come definiti, di fatto assumono funzioni sovraordinate rispetto alle attuali strutture complesse e potrebbero costituire un'anomalia giuridica). La prassi seguita dalla dirigenza Ausl non rispetta il protocollo concordato di relazioni sindacali e quindi ora chiediamo chiarezza, da un lato, e l’assicurazione che l’atto aziendale ci venga presentato il prima possibile (non a ridosso della sua applicazione) in modo da avere tempi certi per la discussione. Non come è avvenuto per l’istituzione dell’Ausl unica».

Qualche dubbio il sindacato lo pone anche sulla strategia scelta dall’Ausl: «Anche la fase transitoria, a nostro parere, deve rispettare quei principi di snellezza e risparmio economico con i quali è stata concepita e ci è stata presentata l’Ausl unica. Il criterio che abbiamo condiviso è sempre stato quello di spendere meglio, più che meno, per liberare risorse per migliorare e potenziare i servizi. Tutte le risorse possibili vanno  quindi indirizzate verso la sanità, non certo all’individuazione di nuovi dirigenti».

Nell’incontro in programma lunedì sarà quindi indispensabile, secondo la Cisl: chiarire il ruolo nella nuova organizzazione del distretto sanitario, che è uno dei gangli principali della nuova Ausl unica (come si conciliano questi nuovi livelli trasversali istituiti dalla direzione dell'Ausl con l’obiettivo di rafforzare l'autonomia gestionale ed economica  dei distretti socio-sanitari?), capire a che punto è l’implementazione della rete dei servizi di prossimità che, com’è sancito nel protocollo con i sindacati, deve andare di pari passo con la riorganizzazione della rete ospedaliera e  soprattutto chiarire la natura dell’atto aziendale, che per Cgil Cisl Uil, altro non può essere che la traduzione organizzativa di scelte coerenti con i principi ed obiettivi condivisi con le quattro ex conferenze socio-sanitarie nel protocollo sottoscritto nel novembre 2013.

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