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Ambiente / Portico e San Benedetto

Nuovo impianto eolico Monte Giogo di Villore, il caos: "Stop alle pale sull'Appennino"

Dettagliata interrogazione per rilanciare l'allarme venuto dal territorio e chiedere alla Regione scelte nette

"La Regione Emilia-Romagna si opponga ufficialmente al Progetto di un nuovo impianto eolico denominato Monte Giogo di Villore". A chiederlo, in un'interrogazione, è la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ripercorre l'intera vicenda della proposta di realizzazione dell'impianto eolico sull'Appennino tosco-emiliano. Al tema, Gibertoni ha già dedicato altre atti ispettivi e ricorda come nei pareri ufficiali non siano stati inseriti quelli di dissenso, come, ad esempio, quelli espressi dall'Unione dei Comuni della Romagna forlivese e dell'Ente Parco Foreste Casentinesi.

Dopo una dettagliata ricostruzione della vicenda riguardante l'impianto eolico, la consigliera interroga la Giunta per sapere "se non ritenga utile, nelle more della decisione finale che sarà presa sul progetto dalla Regione Toscana e considerato il dissenso qualificato espresso ai sensi della vigente legge da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia, in materia di tutela paesaggistica, e del Comune di San Godenzo, per quanto attiene le competenze edilizie, urbanistiche e paesaggistiche, compreso il rilascio dell’Autorizzazione per l’attraversamento e uso delle strade comunali di propria competenza, proporre alla stessa di esprimere, pronuncia negativa di compatibilità ambientale relativamente al 'Progetto di un nuovo impianto eolico denominato Monte Giogo di Villore', comprese le relative opere e infrastrutture accessorie, di potenza complessiva di 29,6 MW, localizzato nei Comuni di Vicchio (Firenze) e Dicomano (Firenze) per l'impianto eolico, San Godenzo (Firenze), Rufina (Firenze) e Dicomano (Firenze) per le opere accessorie, proposto da Agsm Aim, considerato che le modifiche apportate al progetto non sono significative e che la visibilità e conseguente devastazione paesaggistica è quasi identica, l'occupazione del crinale resta comunque pesantissima e rimane immutato il devastante progetto stradale di accesso in un territorio boscato e in fragile equilibrio con le sue caratteristiche montane".

Gibertoni, inoltre, chiede se l'amministrazione regionale "non ritenga necessario, al di là del grave effetto che ha sulla procedura in oggetto, ritirare e sconfessare il parere della Regione Emilia-Romagna, espresso con la nota del 4 febbraio 2021, del Responsabile del Servizio 'Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale' della Direzione Generale 'Cura del Territorio e dell’Ambiente', che, recando un concetto che lascia completamente interdetti per la sua completa irragionevolezza e illogicità - e che per tale motivo merita di essere nuovamente riportato per intero in questa sede: 'il bene paesaggistico 'Acqua Cheta', per la quasi totalità, non è interessato dalla vista di nessuno degli aerogeneratori di progetto. In due brevi tratti del crinale che segna il confine regionale e della stessa area tutelata vi è una visibilità degli aerogeneratori e dell’area vincolata con viste non contestuali e comunque contrapposte a ovest e a est; inoltre, in tali tratti di crinale si riscontra la presenza del bosco che limita la libera visuale' - introduce il precedente pericolosissimo che basti il fatto che la vista non sia contestuale a diminuire il danno arrecato al bene paesaggistico".

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