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Nuovo porta a porta, il pungolo di Bellini: "Ma le regole dell'inceneritore ora sono cambiate"

"Voglio ricordare che un amministratore del Comune di Forlì (il sottoscritto) si era dimesso proprio per denunciare la gravità di queste modifiche."

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Arriva a compimento il percorso di realizzazione della raccolta porta a porta a Forlì. Un grande risultato per il quale esprimo ringraziamenti e apprezzamenti all’Amministrazione Comunale e ad Alea. Al tempo stesso, ritengo necessario e opportuno rendere pubbliche alcune riflessioni, senza spirito polemico, ma solo per prevenire problemi e difficoltà, proprio perché sono un grande sostenitore del percorso di Alea. Mi preoccupano due temi: modello di raccolta e gestione dell’inceneritore.

Per il modello di raccolta, si impone ora un nuovo modello rispetto a quello condiviso ed elaborato attraverso un percorso partecipato.  Per l’inceneritore, sono stati modificate le condizioni che prevedevano un’automatica riduzione di portata dell’impianto di via Grigioni con la raccolta differenziata e l’uso esclusivo dell’impianto per i rifiuti urbani prodotti nella Provincia di Forlì-Cesena.

Le scelte sul modello di raccolta e sul modello di organizzazione del servizio rifiuti attraverso una società pubblica per la raccolta potrebbero cambiare? Dal mio punto di vista no. Tuttavia, si deve elaborare una strategia a medio termine con obiettivi precisi, che non possono limitarsi alla realizzazione di un sistema di raccolta efficace. Le politiche europee sull’economia circolare sono un valido aiuto, ma l’iniziativa di Forlì deve essere inquadrata nella strategia regionale e nazionale, connessioni che non vedo. Inoltre, manca una precisa politica di prevenzione. Non è sufficiente raccogliere correttamente i rifiuti, ma è indispensabile promuovere la loro riduzione, in particolare per i rifiuti plastici. I bonus e malus fiscali della tariffa puntuale rischiano di essere inefficaci senza prodotti o servizi alternativi alla plastica, ad esempio. 

Nel 2010 il progetto Forlì fa la differenza si è sviluppato con un approccio “bottom-up”: attraverso decine di incontri con i quartieri, gli amministratori di condominio e i cittadini si è perfezionato il modello Forlì. Contarina collabora con Forlì dal 2010 ed aveva elaborato la stessa proposta che oggi viene adottata. Quella proposta fu modificata, in base alle richieste dei cittadini e attraverso questo percorso partecipato. In particolare, si è stabilito di utilizzare contenitori condominiali e di consentire l’accesso agli operatori all’interno dei condomini stessi. Oggi, inoltre, si propongono contenitori di dimensioni maggiori, per le utenze non condominiali, che impongono frequenze di raccolta minori e che occupano spazi maggiori.

Oggi, con un approccio “top-down” si impongono ai cittadini scelte diverse e “retroattive”, nel senso che verranno modificati i contenitori anche nei quartieri in cui il servizio porta a porta è attivo dal 2011. A parte il problema dei costi, mi chiedo se e come è stata discussa questa scelta. La domanda è: i quartieri, i cittadini e gli amministratori di condominio protagonisti del percorso del 2010 sono stati informati preventivamente e sono coscienti degli effetti di questo cambiamento retroattivo?  Naturalmente, non mi sfugge che è molto più semplice realizzare la tariffa puntuale con contenitori individuali, ma lascerei ai condomini la possibilità di scegliere. Si possono infatti utilizzare diversi metodi per realizzare la tariffa puntuale. Inoltre, oggi prevalgono in Europa le politiche per la riduzione a monte dei rifiuti e per promuovere un consumo consapevole di prodotti riciclabili e senza plastiche.

Nel 2010-2015, quando è stata pensata e costruita l’idea di Alea, le condizioni erano radicalmente diverse.
Era vigente il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR) approvato in data 30/07/2007 e un’autorizzazione integrata ambientale (AIA), che contenevano due precise prescrizioni: la nuova linea dell'inceneritore di Forlì “dovrà essere dedicata esclusivamente al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nell'Ambito territoriale ottimale di Forlì-Cesena”; si prevedeva di ridurre la quantità massima di rifiuti autorizzati presso l’impianto di via Grigioni in base alla quantità di rifiuti indifferenziati, prodotti nel perimetro della Provincia di Forlì-Cesena (D.2.3.8 “Gestione dei rifiuti”). Le suddette condizioni sono state superate dall’attuale Piano Regionale Gestione Rifiuti e dalle variazioni di AIA di agosto 2015 - inutile e superfluo ricordare che un amministratore del Comune di Forlì (il sottoscritto) si era dimesso proprio per denunciare la gravità di queste modifiche.

Alberto Bellini - ex Assessore all'Ambiente del Comune di Forlì

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