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Ospedale Forlimpopoli, "alcuni reparti potranno essere trasferiti a Forlì"

Così Andrea Pasini: "in primavera, per la precisione ad aprile, potrebbero concretizzarsi trasferimenti, di pazienti, medici e servizi, dall’Ospedale di Forlimpopoli a quello di Forlì"

“Apprendiamo che in primavera, per la precisione ad aprile, potrebbero concretizzarsi trasferimenti, di pazienti, medici e servizi, dall’Ospedale di Forlimpopoli a quello di Forlì”. Esordisce così Andrea Pasini, Segretario Provinciale Udc e Consigliere Comunale di Forlì. “Si tratta di una riorganizzazione, che se da un lato è certamente comprensibile e doverosa, dall’altro deve essere realizzata secondo criteri in grado di salvaguardare le eccellenze che sono riconosciute alla nostra medicina a livello regionale ed anche nazionale”, afferma l'esponente dell'Udc.

“Sulla salute, e l’assistenza ai malati - Pasini - non possiamo non intervenire. Nello specifico, a Forlimpopoli l’intenzione è quella di spostare medicina interna e riabilitazione proprio a Forlì, nel padiglione Allende, dove al momento non è assicurata alcune specializzazione ben precisa essendo divenuto, il padiglione stesso, un luogo in cui indirizzare situazioni anche molto diverse tra loro, nel quale si corre il rischio di penalizzare l’attività della geriatria in un momento in cui gli anziani aumentano. Sempre a Forlimpopoli, si taglieranno tra i 40 ed i 50 posti letto. Solo la riabilitazione, per intenderci, passerà da 32 ad 8 posti letto, trasferiti a Forlì”.

“Una razionalizzazione dei servizi è certamente necessaria, e ci trova concordi - aggiunge Pasini -. Ma molta attenzione va riposta al livello dei servizi erogati, che non possono e non devono diminuire soprattutto quando in ballo c’è la salute dei cittadini. Smantellare una eccellenza, senza che siano stati compiuti passaggi intermedi e necessari, come ad esempio la strutturazione di un servizio domiciliare in grado di offrire attenzione e cura come oggi vengono erogati all’Ospedale di Forlimpopoli; dove rimarrebbe una semplice lungodegenza, ma è ancora da capire con quale tipologia di copertura del servizio. Da sottolineare, inoltre, che l’organizzazione della Casa della Salute di Forlimpopoli sembra essere ancora allo stato virtuale.”

“Come è facile comprendere - prosegue l'esponente dell'Udc - si tratta di qualcosa di più di una semplice ipotesi; un grave danno per la collettività, e soprattutto per le categorie di malati più a rischio, penso agli over 75, categoria che andrà allargandosi sempre più nei prossimi anni e che quindi, oggi ma anche in prospettiva futura, meritevole di attenzioni sempre maggiori anche da parte di chi poi i conti è comunque chiamato a farli quadrare. Ecco perché, all’interno di questo quadro, andrebbe rafforzato un territorio che sia in grado di ricevere i pazienti in divenire o cronici in uscita dal sistema ospedaliero; purtroppo la mancanza di una rete efficiente di accoglienza territoriale mette ancora di più in evidenza quanto accadrà a Forlimpopoli in primavera”.

“Ed è su questo a mio avviso che bisogna puntare, ad una riorganizzazione vera ed efficace del sistema territoriale, rivedendo luoghi e azioni, il modo di andare incontro alle necessità dei cittadini. Centralizzare negli ospedali è inefficace e molto dispendioso, supportare e rafforzare attività territoriali gestite con intelligenza e capacità sarebbe la vera innovazione del sistema sanitario locale".

"In questa ottica - prosegue il segretario provinciale - occorre rivedere i rapporti con il terzo settore, il mondo del volontariato e chiedere alle ASP una partecipazione più efficace alla causa comune". Conclude Pasini: “Riteniamo giusto informare correttamente i cittadini, ed allo stesso  tempo riorganizzare salvaguardando la salute come primario bene pubblico”.

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