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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Parco commerciale al casello A14, i Verdi: "Il presidente di Legacoop ricorda male sul piano di coordinamento provinciale"

"Se si vuole frenare il consumo di suolo nella nostra città dobbiamo costruire un ampio fronte, capace di opporsi tempestivamente alla tragedia che è sotto gli occhi di tutti"

“Assistiamo esterrefatti ad una girandola di dichiarazioni di alcuni protagonisti delle vicende relative alla abnorme proliferazione di insediamenti commerciali a Forlì con la conseguente definitiva e temiamo irreversibile crisi del commercio in centro storico. Ci chiediamo dove erano quando sono state fatte le ultime due varianti al Piano del commercio che hanno portato alla devastazione del territorio odierna, ci chiediamo perché non abbiano tirato fuori gli artigli, perché non abbiano buttato sul piatto il peso di tutti i loro associati”: lo dicono Maria Grazia Creta e Alessandro Ronchi di Europa Verde Forlì.

Che attaccano: “La domanda in realtà è retorica, ad essa ha dato una chiarissima risposta Confcommercio quando ha reso noto che in questa occasione, come al tempo dell’autorizzazione dell’Ipermercato, ci sarebbero molti aderenti alle associazioni intenzionati ad insediarsi nelle nuove strutture. Il fatto è che l’urbanistica a Forlì è sempre stata prona agli interessi della grande distribuzione, alla quale ha consegnato il territorio della città con 97 insediamenti nuovi per 195.000 mq di superficie utile a cui si aggiunge l’Ipermercato, sacrificando la città storica e le sue botteghe”.

Ed ancora: “Dopo aver fatto in Consiglio Comunale una battaglia solitaria, opponendoci duramente alla variante commerciale, mentre le altre forze della allora minoranza o si astenevano o facevano quella che si chiama una “opposizione di Sua Maestà”, abbiamo continuato a mettere in evidenza, insediamento dopo insediamento, autorizzazione dopo autorizzazione, la devastazione che oggi è sotto gli occhi di tutti”.

Ed ancora Ronchi e Creta: “Il Decreto della Provincia n.78 del 3/7/2017 aveva espresso fortissime riserve nei confronti dell’insediamento commerciale di Pieve Acquedotto: perché nessuno ha voluto sostenerle, consentendo in tal modo al Comune, nel disinteresse generale, di controdedurre in modo assai sbrigativo non accogliendo i rilievi provinciali con una discutibilissima interpretazione di norme e disposizioni legislative? Su questo vero e proprio Centro Commerciale la Provincia nelle sue pagine intere di riserve: ancora una volta parole al vento, messe in evidenza dalle puntuali osservazioni e dichiarazioni pubbliche e dal voto contrario del rappresentante dei Verdi in Consiglio”.

Ed attaccano: “Adesso leggiamo che anche la Lega delle Cooperative, di cui fa parte Conad, un grande beneficiario della variante, avanza proposte riguardanti il centro storico e una sua presunta vocazione a luogo vocato alla ristorazione, condite con affermazioni non corrispondenti al vero, secondo le quali gli insediamenti commerciali che stanno sorgendo come funghi a Punta di Ferro sarebbero stati già previsti da più di 15 anni dal PTCP provinciale, che avrebbe individuato un polo commerciale vicino all’autostrada.  Proprio i rilievi della Provincia mettevano in evidenza che non vi era in precedenza alcun polo commerciale all’autostrada. Evidentemente all’epoca l’attuale presidente di Legacoop era impegnato in altre attività e non sa che i fatti sono esattamente il contrario di ciò che sostiene”.

E proseguono: “Infatti prima della variante al POC commerciale, come si legge nella scheda allegata alla relazione, si potevano fare solo 4 edifici commerciali da 1500 mq. Invece la variante ha consentito nei 4 comparti l’insediamento di 4 medio grandi  strutture commerciali da 2500 mq di superficie utile. Se si vuole frenare il consumo di suolo nella nostra città dobbiamo costruire un ampio fronte, capace di opporsi tempestivamente alla tragedia che è sotto gli occhi di tutti, che abbia la forza di impedire che queste politiche di cementificazione continuino irreversibilmente nella stessa folle direzione”.

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