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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Parco commerciale di Pieve Acquedotto, il Comitato No Megastore: "Il Consiglio comunale riveda il piano"

Più volte, da un anno a questa parte abbiamo ribadito l'inutilità dell'ulteriore consumo di suolo", esternano dal Comitato No Megastore

Il Comitato "No Megastore" manifesta il proprio dissenso alla costruzione del nuovo parco commerciale di Pieve Acquedotto per circa 13mila metri quadri di superficie di vendita. "Più volte, da un anno a questa parte abbiamo ribadito l'inutilità dell'ulteriore consumo di suolo e se non fosse sufficiente l'annosa questione ambientale, se ne aggiunge una ulteriore di non poco livello, ovvero quella economica - premettono dal Comitato -. Il periodo storico, la saturazione del mercato, l'esigenza di cambiamento ci dimostrano palesemente che la nascita di sempre nuovi poli commerciali comporta fisiologicamente l'impoverimento e la scomparsa di altre attività commerciali proporzionalmente di inferiore dimensione e legate al commercio di prossimità caro alla tradizione del territorio e dei suoi abitanti".

"L'offerta è aumenta, ma la domanda è sempre la stessa ed ogni mese ci troviamo davanti ad ipotesi di nuove costruzioni, di nuovi centri commerciali, cemento su cemento, senza una visione di insieme che dimostri la reale e impietosa fallacità dell'attuale piano commerciale.  Non si possono costruire 97 aree commerciali, non si può pensare che sia una cosa ragionevole per la città di Forlì e per i suoi cittadini. Per questo motivo, chiediamo come Comitato No Megastore che venga attuata da parte del Consiglio Comunale una seria e prospettica modifica del piano commerciale che vada a rivedere quanto previsto e che trovi delle soluzioni adeguate al momento storico e alla città. È inutile girarci intorno, serve una presa di posizione, serve quel cambiamento che noi del No Megastore da sempre chiediamo".

Parents For Future Forlì

Anche Parents For Future Forlì interviene sulla vicenda: "Ci schieriamo apertamente contro tutte le forme di consumo di suolo perché una volta cementificato esso non tornerà più ad essere area verde o terreno agricolo, né tantomeno a ossigenare l’aria e a contrastare la crisi climatica assorbendo Co2. Il nostro comune è pieno di supermercati, ipermercati e centri commerciali che via via invecchiano e spesso restano vuoti. Si pensi ai Portici, uno spazio già cementificato, ma sfruttato solo in minima percentuale e facilmente riutilizzabile. Risalgono a poche settimane fa la chiusura di Eataly e la notizia che alcune importanti marche intendono lasciare l’Iper Punta di Ferro. Perché allora continuare a costruire invece di incentivare l'utilizzo delle aree dismesse? I progetti più interessanti e positivi degli ultimi anni, sperimentati in altri territori, sembrano andare davvero in una direzione diversa, cioè quella della valorizzazione e del recupero creativo dell’esistente, che parte da ciò che c’è già e mette in moto le energie del territorio, ravvivandolo".

"Vogliamo ribadire che per noi non è questione di quale sia il marchio commerciale che si intende “ospitare” nei nuovi centri, ma piuttosto del rapporto fra territorio e commercio - aggiungono gli ambientalisti -. Sappiamo ormai tutti bene per esperienza che purtroppo la costruzione di nuovi grandi centri commerciali ha ricadute preoccupanti a livello economico e sociale (chiusura di piccoli esercizi, già gravemente provati dall’emergenza covid) oltre che ambientale. Ricordiamo che i grandi complessi commerciali sono fonte di emissione di Co2 sia per riscaldamento/raffreddamento che per l’illuminazione senza  considerare l’impatto del traffico che inducono. Chiediamo al Comune di rendere note le ragioni di questa scelta. Non vogliamo più sentire che si tratta di un progetto della precedente amministrazione, come per la cava di Magliano e i supermercati aperti in questi ultimi mesi: se è davvero così è ora di dare un segno forte di vera discontinuità rispetto al passato. Non intendiamo con “passato” solo l’eredità delle precedenti giunte, ma la filosofia complessiva di gestione dell’economia intesa come sfruttamento incondizionato delle persone e del pianeta".

area commerciale pieve acquedotto 2-2

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