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Pari opportunità e contributi dalla Regione, 25 associazioni al Comune: "Non sia una questione di mero interesse economico"

25 associazioni del territorio forlivese commentano il botta e risposta tra l’associazione Pro vita e l'assessore alle Pari Opportunità Andrea Cintorino

"Da tempo come associazioni, sindacati e società civile, attivi sul territorio forlivese, promuoviamo con determinazione l’importante lavoro di contrasto alla violenza di genere, sostenendo la cultura delle pari opportunità come strumento contro le discriminazioni di genere, anche in relazione all’identità di genere e all’orientamento sessuale". In una nota congiunta, 25 associazioni del territorio forlivese commentano il botta e risposta tra l’associazione Pro vita e l'assessore alle Pari Opportunità Andrea Cintorino, in riferimento alla delibera adottata dal Comune di Forlì in merito al Bando Regionale (legge regionale 6/2014) per la promozione e il conseguimento delle pari opportunità ed il contrasto delle discriminazioni e della violenza sulle donne.

"Riteniamo inaccettabile che un’associazione politica come Pro vita, che su tale argomento non ha né titolo, né esperienza, né qualica per imporre il suo punto di vista sulla tradizione delle politiche per la parità di genere del nostro territorio, entri nel merito delle azioni sistematiche finanziate dalla Regione Emilia-Romagna, messe in campo per il contrasto alla violenza di genere - si legge nella notta -. Questa polemica infatti ci sembra solo strumentale a minare il sistema, fatto di relazioni, persone e competenze, che è alla base della collaborazione tra le associazioni e le istituzioni del territorio nell’attuare azioni di contrasto alla violenza di genere". Quanto alle affermazioni di Cintorino circa l'accettazione dei 40mila euro di contributi ottenuti dalla Regione, il tutto "si riduce ad una questione di mero interesse economico".

"Infine in tutto questo bizzarro scambio di accuse e giusticazioni riappare lo spettro della fantomatica “teoria gender”, puntualmente rievocata da questa amministrazione ogni qualvolta sia chiamata a dare conto della mancanza di una politica organica a sostegno dell’uguaglianza di genere e a difesa dei diritti civili delle cittadine e dei cittadini di Forlì - viene aggiunto -. I servizi e le politiche della Regione Emilia Romagna sul tema delle pari opportunità e del contrasto alla violenza di genere rappresentano un’eccellenza, testimonianza di valore e civiltà riconosciuta in Italia e in Europa, che l’amministrazione della nostra città ha la responsabilità di valorizzare e potenziare a garanzia della salvaguardia della cittadinanza, e non di delegittimare".

"Chiediamo pertanto che l’Amministrazione del Comune di Forlì rigetti le ingerenze di questa associazione, difenda il risultato del finanziamento regionale ottenuto e faccia nalmente chiarezza sugli obiettivi dell’Assessorato alle Pari Opportunità. Ci rivolgiamo alla cittadinanza: intendiamo crescere le nuove generazioni in questo clima di paura della diversità e mancanza di solidarietà sociale? Sono questi gli strumenti per contrastare la violenza di genere? Per quanto ci riguarda siamo pronte e pronti a mobilitarci per dare voce a chi ogni giorno affronta concretamente le fragilità del tessuto sociale, esprimendo la necessità di un’azione incisiva di promozione culturale del rispetto, della parità, in difesa delle persone vittime di violenza di genere", conclude il comunicato firmato da Parità di genere Forlì, Un secco no, Rea collettivo di genere, Tavolo permanente delle associazioni contro la violenza alle donne, Forum delle donne, Voce donna Castrocaro Terme-Terra del Sole, Udi Forlì, Collettivo Monnalisa, Udu Forlì, Rete Studenti Medi di forlì, Anpi provinciale Forlì-Cesena, Nnpi Forlì, Anpi Forlimpopoli, Coordinamento Libera Forlì-Cesena, Presidio Libera Forlì, Associazione Centro per la Pace Forlì, Forlì Città Aperta, Associazione Luciano Fama, Consulta Laica Forlivese, Circolo Uaar di Forlì-Cesena, La Materia dei Sogni, Il Progresso delle Idee, Arci Forlì, Federconsumatori Forlì-Cesena e Cgil Forlì.

Il centrosinistra: "Dall'assessore risposta imbarazzante"

Anche Pd, Articolo Uno e Forlì & Co intervengono in una nota congiunta: "Nel 2019 la Giunta comunale di Forlì è balzata agli onori della cronaca nazionale per aver rifiutato un finanziamento regionale per un progetto di contrasto alla violenza contro le donne e motivata dall'orientamento sessuale, “giustificandosi” con l'assurda motivazione di “essere a favore di un modello di famiglia tradizionale”, ma nei fatti per corrispondere alle posizioni della parte più radicale e integralista dei propri sostenitori. A distanza di due anni Forlì è in ostaggio dalle stesse forze estremiste, che nuovamente pretendono di imporre la propria visione discriminatoria, fino al punto di chiedere conto pubblicamente di un nuovo progetto promosso dal Comune insieme a diverse associazioni locali, e finanziato dalla Regione per la cifra di 40mila euro, allo scopo di promuovere la cultura della parità e della non discriminazione anche in relazione all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Come forze politiche del centrosinistra respingiamo seccamente questo ennesimo tentativo di minare l'impegno delle associazioni, dei cittadini e della Regione stessa, che da anni operano per promuovere una cultura del rispetto e della parità, agito sbandierando un farneticante richiamo alla sedicente “teoria del gender”".

"Nello stesso tempo non possiamo che dirci imbarazzati dalla risposta dell'assessore Cintorino che ammette, come se fosse la cosa più normale del mondo, di non condividere le finalità del progetto presentato dal suo stesso assessorato e dalle associazioni locali e anzi di essere totalmente contraria ai suoi obiettivi, ma di averlo presentato per ricevere i fondi della Regione (che però, guarda caso, sono vincolati proprio a quegli scopi e obiettivi), per poi concludere facendo a sua volta riferimento alla fantomatica teoria del gender un concetto che, giova ripeterlo, non esiste se non nella propaganda dei gruppi della destra integralista. Quella dell'assessore è una dichiarazione che scivola nell'assurdo, e tradisce il fatto che il Comune di Forlì si muove contro le discriminazioni di genere e la violenza per cause legate all'orientamento sessuale esclusivamente nel timore di una sollevazione dell'opinione pubblica come quella avvenuta a seguito della triste vicenda di due anni fa. Se questa constatazione ci rassicura rispetto allo stato di salute della coscienza civica dei forlivesi non possiamo non chiederci, ancora una volta, che senso abbia la gestione di una delega alle Pari opportunità da parte di chi pubblicamente si dichiara contrario alle finalità che il proprio assessorato dovrebbe perseguire".

"Rimaniamo enormemente basiti a leggere queste dichiarazioni - si legge nella pagina Facebook "6mila Sardine Forlì" -. Questa vicenda ha già provocato un enorme imbarazzo a suo tempo a livello nazionale, e queste parole non fanno altro che evidenziarlo. Quando poi leggiamo " Pur non condividendo la cultura ‘gender’ soprattutto se fatta penetrare surrettiziamente nelle scuole per ‘indottrinare’ i più giovani" non capisco se stia parlando un assessore  o chi. Per fortuna i giovani non hanno bisogno di nessuna dottrina. Altra cosa: Patrick Zaki, che questa giunta sventola a seconda degli umori e dei propri tornaconto, era a Bologna con una borsa  di studio patrocinata dalla comunità Europea. Frequentava il master “Gemma” dell’Erasmus Mundus, in studi di genere e delle donne. Attivista e difensore dei diritti umani. La parola coerenza serve anche a specificare che la cittadinanza Forlivese negata, stride molto con il cartonato di Patrick in giunta, ma questa è una delle tante contraddizioni. Ultima cosa: assessore alle pari opportunità. Una carica prestigiosa, che va esercitata senza proclami e a favore della comunità . Ci auguriamo che questi contributi siano usati in modo giusto ed accurat"o. 

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