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Polemica sui manifesti anti-aborto, 31 associazioni contro il sindaco: "Occasione persa per i diritti"

“Il sindaco di 'tutti i cittadini di Forlì' non risponde alle domande della cittadinanza. E’ stato necessario un question time in Consiglio Comunale per ricevere una risposta confusa e distorta"

“Questa amministrazione ha perso l’ennesima occasione per schierarsi dalla parte dei diritti”: è il nuovo testo sottoscritto da 31 associazioni, sindacati e comitati sulla risposta data in Consiglio comunale alla richiesta di rimuovere i manifesti contrari alla pillola abortiva. La giunta, infatti, ha spiegato di non avere gli estremi per una rimozione dei manifesti considerato il diritto e la libertà di espressione. Scrivono le associazioni: “Sono manifesti con un chiaro intento diffamatorio nei confronti del protocollo sanitario nazionale che ha introdotto il farmaco RU486 in Italia, dichiarandolo sicuro per la salute della donna, ma soprattutto manifesti lesivi della rappresentazione della donna e del suo diritto di scelta”. 

Ed ancora: “Il sindaco di 'tutti i cittadini di Forlì' non risponde alle domande della cittadinanza. E’ stato necessario un question time in Consiglio Comunale per ricevere una risposta confusa e distorta da parte dell’assessora Andrea Cintorino, che in nessun modo intende risolvere la questione ma anzi, che dimostra ancora una volta come questa giunta non si esprima né agisca in tutela dei diritti delle donne attraverso la salvaguardia della corretta informazione medica e di prevenzione, in applicazione della legge 194, legittimando quindi il messaggio di quella agghiacciante campagna di manifesti. È quanto mai paradossale da parte del sindaco e della giunta trincerarsi dietro al concetto di libertà di espressione, e nascondersi dietro a una discutibile interpretazione della laicità delle istituzioni, quando lo stesso sindaco non più tardi di qualche mese fa, si è premurato di comunicare alla città la sua partecipazione alla messa per i bambini mai nati”.

“Sindaco, giunta e assessora alle pari opportunità non comprendono quanto quei manifesti rappresentino prima di tutto un atto discriminatorio e violento nei confronti delle donne, mentre le cittadine di Forlì continuano a dover subire questa propaganda discriminatoria e antiscientifica ai loro danni, perpetrata proprio attraverso la Pubblica Affissione Comunale. L’unica cosa che ci conforta è che il primato giuridico delle leggi statali impone anche ad una giunta oscurantista come questa di dare applicazione alla legge 194, che rappresenta per noi e, siamo convinte, per la cittadinanza di Forlì, un passo fondamentale nel percorso di autodeterminazione delle donne”.

Il testo è stato firmato da Gruppo Parità di Genere Forlì, Tavolo permanente delle associazioni contro la violenza sulle donne Forlì, Cgil Forlì, Un secco no Forlì, Collettivo Rea Forlì, UDI Forlì, Forum Delle Donne Forlì, Consulta laica di Forlì, Il progresso delle idee Forlì, La materia dei sogni, Forlì città aperta, Fondazione Lewin, Rivista Una città, Anpi Provinciale Forlì-Cesena, Anpi Forlì,  Anpi Forlimpopoli, Coordinamento Libera Forlì-Cesena, Presidio Libera Forlì, Presidio Libera Forlimpopoli, Barcobaleno Forlimpopoli, Vocedonna Castrocaro, Ipazia Cesena, Rimbaud Cesena, Pride Off Rimini, ArciGay "Alan Turing" Rimini, Non Una di Meno Rimini, Grotta Rossa Rimini , Trama di Terre Imola , Femminile Maschile Plurale Ravenna , La Casa delle donne Ravenna e Chiesa Pastafariana dell'Area Pasta Romagna.

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