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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

“Polo universitario, si apre una nuova fase all’insegna della qualità”

Molte le eccellenze del polo forlivese e romagnolo che hanno avuto grande peso nella discussione della riorganizzazione delle Università imposto dal decreto Gelmini e, in particolare, dalla riforma dello statuto accademico.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

 Molte le eccellenze del polo forlivese e romagnolo che hanno avuto grande peso nella discussione della riorganizzazione delle Università imposto dal decreto Gelmini e, in particolare, dalla riforma dello statuto accademico. Dopo l’estate dunque l’organizzazione universitaria subirà un radicale cambiamento come già spiegato di recente dal rettore dell’Alma Mater Ivano Dionigi. Le facoltà non saranno più 23, ma 11 e ciascuna accorperà diverse realtà. Anche i dipartimenti verranno dimezzati, da 70 si ridurranno a 35.

La paura – alimentata dalla destra che, a parole, dice di difendere il “territorio” mentre i suoi rappresentanti a Roma assumono provvedimenti che lo mettono in ginocchio – era quella di uno smantellamento generale per un ritorno al passato. Ma il lavoro corale delle istituzioni e dei comuni della Romagna a tutela delle eccellenze della nostra terra, che ha avuto forte impulso grazie all’iniziativa in primis del Sindaco di Forlì Roberto Balzani, ha saputo tradurre in maniera adeguata i dettami di un provvedimento come quello imposto dalla Riforma Gelmini in un’unificazione delle Facoltà capace comunque di valorizzare le peculiarità sviluppatesi in questi anni nei diversi centri della Romagna.  Del resto i numeri delle università della sede forlivese sono significativi: gli iscritti nell’anno accademico 2010/2011 sono stati 2185 alla facoltà di  Economia , 2550 a quella di Scienze Politiche, 816 alla SSLIMIT e 811 a Ingegneria.

I fiori all’occhiello del mondo del sapere forlivese e cesenate si confermeranno “piccole capitali” della formazione universitaria e la scuola di Interpreti e Traduttori sarà anche sede di Dipartimento.  

Molto significativo, in questo contesto, è l’incontro svoltosi quest’oggi presso la sede del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna: richiesto dall’assessore regionale a Scuola, Ricerca, Università e Lavoro Patrizio Bianchi, ad esso hanno partecipato i rappresentanti degli Enti Locali delle provincie e dei comuni capoluogo romagnoli. Il tavolo di confronto ha sancito un accordo che potrà condurre la Romagna a non essere più una “sede distaccata” dell’Università di Bologna, o addirittura una periferia del sistema accademico, bensì un polo universitario all’avanguardia, raccolto attorno ad un multicampus di grande qualità, ben integrato nell’Alma Mater.

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