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Lavoro

Primo maggio, Tassinari: "Il diritto al lavoro è un pilastro sul quale si basa la nostra Costituzione"

"Tale diritto costituzionale significa che, nella società delineata dalla Costituzione, nessuno può più vantare titoli di merito che non siano fondati sul contributo che egli sceglie di dare, secondo le proprie possibilità, al progresso e al benessere dell’intera società"

“Il modo migliore per celebrare la festa del lavoro lunedì primo maggio in tutta Italia è quello di ricordarci che i nostri costituenti misero a fondamento della nostra Costituzione il primo articolo, che recita: l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Lo sostiene la deputata di Forza Italia, Rosaria Tassinari, secondo la quale "tale diritto costituzionale significa che,  nella società delineata dalla Costituzione, nessuno può più vantare titoli di merito che non siano fondati sul contributo che egli sceglie di dare, secondo le proprie possibilità, al progresso e al benessere dell’intera società”.

Aggiunge la coordinatrice regionale di Forza Italia per l’Emilia Romagna: “Queste parole, che sono il pilastro su cui la Costituzione si basa, significano che il lavoro non è solo un diritto soggettivo personale, ma anche con risvolti che coinvolgono e interessano l’intera società, dalle persone più attive a quelle più fragili. Inoltre, il lavoro è per la persona, per tutta la persona e per tutte le persone, comprese quelle più bisognose, come i disabili e i disoccupati. E’, inoltre, significativo che il primo maggio si riunisca il Consiglio dei ministri per ridefinire la politica sociale del Paese e per costruire le condizioni per trovare uno sbocco lavorativo a chi è occupabile, perché solo un buon lavoro può risolvere i problemi economici delle persone e delle loro famiglie per far ripartire la crescita economica dell' Italia”.

Secondo la deputata azzurra, “Governo e maggioranza stanno agendo perché chi può lavorare deve essere aiutato a entrare nel mondo del lavoro”. L’onorevole Tassinari guarda poi al già fatto dal governo: “Con la legge di bilancio abbiamo fatto un primo intervento sul cuneo fiscale. Ma noi dobbiamo fare i conti con il bilancio dello Stato ed evitare che l'Italia abbia problemi di credibilità e utilizzando al meglio tutte risorse, lasciando più soldi in busta paga ai lavoratori e tamponando l'inflazione che reca problemi a famiglie e imprese. Noi siamo impegnati su questo fronte, perché crediamo che diminuendo le tasse sul lavoro si aumenti la produttività. Il nuovo pacchtto lavoro potrà contare nel 2023 su circa 3,4 miliardi destinati per la gran parte al taglio del cuneo fiscale".

Come membro della Commissione lavoro della Camera, la deputata Rosaria Tassinari sostiene: “Sul tema del lavoro bisogna tornare sui passi della legge Biagi. Infatti, aumentando la flessibilità lavorativa si crea più occupazione facendo emergere il lavoro in nero, una piaga da sconfiggere. Questo può essere un terreno d'incontro con il sindacato, quello più ragionevole, che guarda avanti e al resto del mondo. La flessibilità oggi fa parte della nuova società, una forza lavoro più flessibile serve a un mercato che cambia continuamente”. A questo proposito la deputata azzurra ha presentato una proposta di legge per modificare e aggiornare la legge Biagi alle esigenze attuali del lavoro".

Spiega Tassinari: “In particolare la proposta di legge tratta la durata del rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato, la materia di prestazioni di lavoro occasionali, nonché disposizioni per la detassazione dei trattamenti di fine rapporto non superiore a 30mila euro”. Per la deputata, in precedenza sindaco per 10 anni a Rocca San Casciano (2mila abitanti) e assessore al welfare di Forlì (120mila abitanti) per tre anni e mezzo, “è urgente intervenire nel lavoro femminile, non solo per giustizia sociale e per dare più dignità alle donne nel  mondo del lavoro, ma anche per garantire loro sicurezza economica e sociale a vantaggio della famiglia, della natalità e alla fine a vantaggio dell’intera società”.

Commenta a questo proposito la deputata azzurra: “I dati lo dimostrano”. Infatti, secondo uno studio della Confcommercio, al Sud lavora meno di una donna su tre, con un tasso di occupazione del 28,9%, contro il 52% del Nord. In Italia il tasso di occupazione delle donne è pari al 43,6%, contro una media europea del 54,1%, “un gap molto più ampio di quello relativo all'occupazione maschile: 60,3% in Italia, 64,7% in Europa. Se il tasso di disoccupazione femminile in Italia, pari all'11,1%, venisse portato al valore europeo, che si attesta al 7,2%, si avrebbero 433mila donne occupate in più”.

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