rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Province, Allegni (Pd): "Giusto non votare per l'abolizione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Il dibattito politico di questi giorni sull'inutilità delle province mi lascia allibita per la pochezza di  ragionamenti nel merito e la demagogia di alcune posizioni, trasversali agli schieramenti politici.Risulterò impopolare ma sostengo totalmente la scelta del PD di non votare la proposta dell' IDV sull'abolizione delle province, considerate un "costo della politica".



Innanzitutto quello delle province è un tema che attiene la modifica dell'architettura costituzionale e istituzionale, della suddivisione delle competenze tra gli enti locali, della sussidiarietà e che davvero poco ha a che fare con gli sprechi.
Nel 2010 su un totale di 815 miliardi di spesa pubblica in Italia quella per le province è stata dell'1,5% (12 miliardi di euro) e di questi solo 113 milioni di euro (lordi) hanno riguardato le indennità degli amministratori. La parte più consistente dei bilanci provinciali è quella che riguarda le spese per i personale e sappiamo bene che se da domani le province dovessero chiudere bottega non si potrebbero certo lasciare in mezzo alla strada 60mila dipendenti. Dove sarebbe quindi tutto questo risparmio?



Ma ancora: tornerebbero alle regioni le competenze oggi esercitate dalle province? E cosa diventerebbero le Regioni se non dei carrozzoni lontani dal territorio?Nella logica riformista che da sempre ha caratterizzato l'Emilia Romagna, la nostra regione sin dall'inizio degli anni '90 ha, per chi non lo sapesse, trasferito specificatamente alle province deleghe e risorse in materia di: urbanistica, formazione professionale, lavoro, ambiente, agricoltura, attività produttive e altro ancora.
Proprio immaginando che l'identità delle Province dovesse sempre più qualificarsi su capacità di coordinamento del territorio, programmazione, integrazione.Ora, qualcuno immagina che queste deleghe possano essere gestite autonomamente dai comuni? E in quale modo?Vogliamo discutere seriamente anche alla luce dell'esperienza di questo territorio prima di scagliare anatemi sui giornali?

Si dice: "ma la gente le province non le vuole e non capisce la nostra posizione". E' certamente un rischio vero e lo comprendo, ma compito di una classe dirigente sarebbe quello di far comprendere ai cittadini il ruolo delle istituzioni  e non di inseguire un populismo che tende alla delegittimazione di tutte le istituzioni in quanto tali.



Tra chi dice che il PD vuole mantenere lo stato delle cose e chi dice che invece il PD vuole il superamento delle province nessuno ha ragione. La proposta del PD è facilmente sintetizzabile: eliminazione delle province nelle città metropolitane, accorpamento delle piccole province e stop alla nascita di province nuove. In questo quadro potrebbe collocarsi anche un ragionamento sulla funzione degli enti locali, la necessità di rivederne deleghe e funzioni per evitarne doppioni e sovrapposizioni (per esempio si potrebbe decidere che di cultura e servizi sociali possano occuparsi esclusivamente i comuni).



Ecco allora che qui si colloca il senso e la funzione di un partito riformista e di governo quale il PD anche a livello locale deve essere, un partito che si riappropria della politica e del merito delle questioni, capace di aprire al suo interno un confronto serio e sereno sul ruolo delle istituzioni locali coinvolgendo le esperienze dei propri amministratori e non escludendoli da un ragionamento che li riguarda direttamente.

Un partito che detta la linea e non si fa tirare per la giacchetta da alleati che pensano più al consenso da rubare al PD che a costruire, insieme al PD, un'alternativa di governo.



Gessica Allegni

Consigliere Provinciale PD - Forlì
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Province, Allegni (Pd): "Giusto non votare per l'abolizione"

ForlìToday è in caricamento