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Provincia unica, sindaci preoccupati per le nuove competenze

"Il problema non è la Romagna, dove si ragiona ormai in termini di provincia unica, ma Imola, Ferrara e l'Emilia, dove ci sono più alternative in campo". Così Massimo Bulbi in consiglio provinciale

“Il problema non è la Romagna, dove si ragiona ormai in termini di provincia unica, ma Imola, Ferrara e l’Emilia, dove ci sono più alternative in campo. Sui confini per quanto ci riguarda la provincia è delineata in Romagna”. E’ quanto ha sottolineato il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Massimo Bulbi, nel corso del Consiglio Provinciale che si è svolto giovedì pomeriggio. Bulbi ha confermato inoltre la convocazione del Cal per il primo ottobre.

“Attualmente è in essere una discussione che vede due scuole di pensiero, che mi vede più allineato alla posizione dell’Anci che non a quella dell’Upi – premette Bulbi -. Il primo di ottobre si formulerà certamente una proposta in termini di confini. Le proposte sottoposte alla Regione potrebbero essere più d’una, ma il problema non è la Romagna, dove si ragiona ormai in termini di provincia unica, ma Imola, Ferrara e l’Emilia, dove ci sono più alternative in campo. Sui confini per quanto ci riguarda la provincia è delineata in Romagna”.

“L’Upi sostiene che il primo di ottobre si stabiliscono i confini, mentre l’Anci ritiene che bisogna parlare anche di funzioni – spiega il presidente della Provincia di Forlì-Cesena -. Per quanto mi riguarda ho sempre sostenuto che il problema non erano i confini, ma come garantire l’erogazione dei servizi ai cittadini e imprese. Se non iniziamo a parlare di funzioni, a me interessa ben poco, anche perché il governo punta al risparmio accorpando anche le sue articolazioni dello Stato”.

“Lo Stato non ha per il momento deciso entro il termine del 5 settembre quale competenze statali delle Province trasferire ai Comuni, anche perché si è accorto che sono molto poche, per il 70% si tratta di competenze trasferite dalla Regione alle Province, come pianificazione territoriale, ambiente, agricoltura, formazione professionale, centri per l’impiego”, prosegue Bulbi.

Nell’incontro di giovedì, chiosa ancora il presidente della Provincia, “i Comuni si sono accorti che non ce la fanno a ricevere tutte queste competenze, neanche in forma associata. Giovedì mattina abbiamo condiviso questo con i sindaci: bisogna capire quali funzioni possono essere gestite sul territorio. Ci siamo presi alcuni giorni per ragionarci e stilare un documento, anche per capire come i piccoli Comuni sotto i 5.000 abitanti si possono mettere assieme per gestire le funzioni essenziali”.

“Infine nel dibattito sui capoluoghi, sottolineo solo che al 20 luglio il testo del decreto della Spending Review era indicato un metodo di definizione secondo cui il capoluogo sarebbe stato Forlì, poi il 7 di agosto il testo è stato modificato e chiarito, con un metodo secondo cui è Ravenna, forse dopo un’azione di lobby di alcuni parlamentari. In ogni caso, per la distribuzione dei servizi ci sarà una condivisione su tutto”, conclude Bulbi. L’intervento è stato considerato anche come risposte a due interrogazioni, proposte dal capogruppo del PdL Stefano Gagliardi e da quello della Lega Nord Gian Luca Zanoni.

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