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Provincia unica, Balzani: "Ora non parliamo di sede e presidente"

Intervista al sindaco di Forlì, "padre" della Provincia unica di Romagna. Che non entra in polemica con chi lo critica e mette in guardia: "La nuova classe dirigente locale dovrà essere all'altezza della sfida"

Ci sarà tempo per discutere di alchimie e posti, adesso quello che conta è fare decollare il progetto. Ragiona così il sindaco di Forlì, Roberto Balzani, analizzando lo scenario che si apre per le prossime settimane dopo il decreto del governo che di fatto spalanca le porte alla nascita della Provincia unica romagnola. Un progetto al quale il sindaco della città capoluogo è particolarmente affezionato, avendolo lanciato per primo, ma nei confronti del quale ci sono già le prime resistenze e un pericolo, quello delle elezioni anticipate, come ha evidenziato in una lunga intervista rilasciata al Corriere di Forlì martedì mattina.

Sindaco, già si rincorrono le voci su quale città sarebbe più deputata a fare da capoluogo alla nuova Provincia. Lei cosa ne pensa?
E' un tema prematuro e penso che adesso non sia questo l'oggetto di cui discutere.

Qualcuno l'ha indicata anche come possibile candidato alla presidenza della nuova Provincia...
Non sono argomenti che mi appassionano, ora è importante parlare di altro. Comincia a costruire davvero questo nuovo ente e lavorare per mandare in porto l'operazione.  

Nel nuovo, futuro, consiglio provinciale romagnolo, non vede il rischio che i campanili tornino a farla da padrone?
Il rischio è altissimo, non c'è dubbio, dobbiamo impegnarci a scongiurarlo. Molto dipenderà dall'abiità della classe dirigente, che questa volta dovrà dare prova di unità ed evitare che vengano riproposti i campanili che invece vogliamo superare con questa proposta.

Nei giorni scorsi lei ha incontrato il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi. Come è andata?
Il ministro ha apprezzato molto che in una parte dell'Italia come la nostra, ci sia stato chi non ha aspettato ed ha lavorato per far partire un processo di accorpamento degli enti locali dal basso. L'accorpamento delle Province, purtroppo, nella maggior parte d'Italia è stato preso male; il che significa che c'è una classe dirigente locale che in molti territori italiani non è all'altezza.

E la nostra classe dirigente? Cosa ne pensa delle dichiarazioni che arrivano da Rimini e del silenzio di Ravenna?
Non mi sembra il caso di giudicare quello che fanno gli altri, ancora il punto di vista romagnolo deve essere costruito. Questo è il lavoro che ci attende per le prossime settimane.

 

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