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Pulizia all'ospedale, circa 350 persone in bilico: si continua a trattare

Sottolinea Russo: "Ci siamo mossi per cercare una soluzione. Il problema nasce non da una cattiva gestione, ma da una norma della Spending Review che impone un recupero del 10% sulle forniture di servizi"

Dati precisi sul “piano occupazionale per l’anno 2013 dell’Ausl rispetto alla dotazione organica; il  numero del personale attualmente impiegato a tempo determinato, il cui contratto è in scadenza nel corso dell’anno e su quali iniziative si intende intraprendere al fine di stabilizzare i contratti precari all’interno dell’Ausl”. La richiesta proviene, con un’interrogazione, dai capigruppo del PdL Stefano Gagliardi e della Lega Nord Gian Luca Zanoni.

Nella loro richiesta i due consiglieri ricordano una serie di circostanze: “L’applicazione della Spending Review sulla spesa del personale rappresenta un taglio lineare che non incide in modo assoluto sugli sprechi, ma potrebbe  avere pesanti ricadute sui servizi erogati. L’Ausl di Forlì è l’unica azienda a trovarsi con un elevato numero di personale precario, essendo stato disatteso il turn-over possibile fino a tutto il 2012 nel comparto sanità ed amministrativo, e che ancora oggi manca una programmazione delle assunzioni e le distribuzione delle risorse al fine di garantire i servizi attualmente presenti nel territorio”, viceversa “l'Ausl di Forlì dal 2009 ha effettuato una serie di riorganizzazioni dei servizi sul territorio e sull’ospedale, che hanno già prodotto un risparmio consolidato sulla spesa del personale di 4.370.000 euro, riportando la dotazione organica ai livelli del 2004”. Quindi, come si legge nel documento, “si annuncia che a pagare il prezzo saranno i 184 lavoratori a tempo determinato, che sarebbe opportuno invece  assumere a tempo indeterminato, perché tale scelta non sarebbe certo uno spreco di denaro ma  una salvaguardia delle professionalità acquisite tale da  mettere  a frutto l'investimento formativo già operato dall'Azienda”.

Risponde il vice-presidente Guglielmo Russo: “La stabilizzazione dei precari ha una storia tutta dentro l’Ausl di Forlì, non c’entra la proposta dell’Ausl unica romagnola. La Spending Review taglia di 260 milioni per la sanità regionale, ridotta a questa cifra grazie ad uno stanziamento di 150 milioni della Regione. A livello romagnolo bisogna ridurre i costi del 60 milioni di euro. Una delibera regionale pone fortissime restrizioni al turn-over, specialmente nel personale amministrativo. In data odierna non ci sono precari lasciati a casa. La politica locale e i consiglieri regionali si devono muovere affinché questi precari siano stabilizzati. E’ un obiettivo prioritario. Nel 2013 ci sono 157 persone in scadenza di contratto. Il piano occupazionale non è ancora disponibile, lo scoglio è il decreto della Regione. Non dobbiamo chiedere una deroga, ma una posizione politica della Regione in merito al tema dei precari in sanità in tutta l’Emilia-Romagna”.
 
Personale per le pulizie all’ospedale - Ancora in tema di ospedale il capogruppo della Lega Nord Gian Zanoni e i consiglieri Francesco Billi e Mauro Lontani (Lega Nord) sottolineano, in un’interrogazione, “che nel piano di riassetto Ausl di Forlì, sono previsti tagli al personale dipendente impegnato per le operazioni di pulizia nei presidi ospedalieri del territorio, con la perdita presunta di circa 200 dipendenti, la maggior parte donne”.

Per questo chiedono “come si intende sopperire a questa mannaia occupazionale, che non solo può mettere in difficoltà circa 200 lavoratori/lavoratrici, ma come possa mantenere il livello qualitativo di standard elevati di pulizia e igiene nei reparti socio-ospedalieri; quali politiche intenda attuare per garantire i livelli di igiene e pulizia che centinaia di operatori hanno garantito, grazie alla loro professionalità, in tutte le strutture ospedaliere del forlivese e che oggi rischiano di perdere il lavoro; quali politiche intenda attuare l’Ausl per riassorbire il personale che diversamente creerebbe una nuova instabilità economica per decine e decine di famiglie forlivesi”.

Risponde  Russo: “Anche in questo caso ci siamo mossi per cercare una soluzione. Il problema nasce non da una cattiva gestione, ma da una norma della Spending Review che impone un recupero del 10% sulle forniture di servizi. L’ipotesi iniziale dell’Ausl era di una riduzione degli orari di prestazione, per un calo di 600.000 euro, passando dalle 40 ore settimanali alle 30 ore a lavoratore. Si sta lavorando con i sindacati per cercare di ridistribuire il calo delle ore richieste tra tutti i lavoratori. Questo produrrebbe la difesa dei posti di lavoro, sebbene purtroppo con una riduzione delle retribuzioni. Siamo in attesa di questa contrattazione”.

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