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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ragni (FdI): "Un barista, un ristoratore e un gestore balneare non riapriranno più"

"Serve liquidità per le imprese di Forlì-Cesena": questa la richiesta di Fabrizio Ragni (FdI)

"Nel giorno in cui l'associazione di categoria, Fiepet Confesercenti, comunica che gestori di bar e ristoranti hanno accumulato una perdita secca di 11,5 miliardi di euro di ricavi a causa della chiusura forzata per il Coronavirus, perdita media di 55mila euro a impresa, vorrei dare voce ai titolari di bar, ristoranti ed anche un gestore di stabilimento balneare nella nostra Riviera che mi hanno comunicato purtroppo che, a causa dei mancati incassi, dell'incombenza delle spese fisse e del costo del personale che non potrà mai essere ammortizzato nella cosiddetta “fase 2” , non riapriranno più la loro attività. Posti di lavoro persi per sempre. Questo il risultato di un governo che non sta sostenuto con la dovuta tempestività e a sufficienza Partite Iva e Imprese familiari, che in Romagna costituiscono il 90% dell'economia locale". A lanciare l'accusa è Fabrizio Ragni, esponente di Fratelli d'Italia.

"Spicca la lentezza e la miopia del governo Conte che con dichiarazioni vaghe e contraddittorie sui tempi di riapertura delle attività ha creato ulteriore incertezza negli operatori e soprattutto evidenziamo l'insufficienza dei fondi erogati dal governo alle imprese - prosegue Ragni -. Chiudere un bar, un ristorante ed uno stabilimento balneare vuol dire gettare sul lastrico persone: stagionali, personale a contratto, dipendenti con spese fisse, mutui e familiari a carico, che fino a ieri lavoravano e oggi non avranno più i soldi per dare da mangiare ai loro figli. Si innescherà una spirale drammatica che farà subire i suoi effetti a tutta la nostra società che già era stata colpita duramente dalla crisi del 2008". L'esponente di Fratelli d'Italia lancia nuovamente l'appello alle istituzioni , non solo governo, Regione ed enti locali, ma anche Fondazione Carisp, a ragionare: "Sull'opportunità di creare un fondo cassa speciale da utilizzare per distribuire risorse gratuitamente come una tantum alle imprese che – conti alla mano – annunciano il fallimento, la chiusura, della propria attività".

"Questo chiedono gli imprenditori e le Partite Iva che in questi giorni mi stanno contattando disperati - spiega Ragni -. Ed io mi faccio portavoce di queste legittime richieste. Questa è l'unica strada da percorrere , al di là dei prestiti bancari con garanzia agevolata, delle mance come quella umiliante dei 600 euro, o dei buoni spesa pure questi insufficienti, se non vogliamo ritrovarci nella gestione della cosiddetta “fase 2” del Coronavirus con un terzo delle aziende che avrà già annunciato la chiusura”.

"n questa situazione drammatica, dal punto di vista economico e sociale, scontiamo anche la miopia del governo a non aver voluto far accreditare immediatamente sul conto corrente di chi ha perso il lavoro e dei lavoratori autonomi i fondi promessi. Per non parlare della cassa integrazione in deroga che non verrà erogata prima della fine di aprile - conclude -. Se poi a questo scenario aggiungiamo il problema perenne di burocrazia e di enti (come le banche) che il governo Conte ha aggiunto fra lo Stato e il cittadino ci siamo trovati a dover discutere non soltanto delle imprese che chiudono ma anche della gente che non si ritrova in tasca i soldi per mangiare o pagare bollette e rate, eh sì, perché anche questo bisogna dire: nonostante le promesse del governo Pd-M5S bollette, tasse e rate dei mutui continuano ad essere spedite a famiglie e contribuenti, lasciatemelo dire: è una vergogna".

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