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Referendum, Acri (FI): "Marco Di Maio esempio di antipolitica: ecco le ragioni per votare SI"

Dopo le dichiarazioni per il "NO" di Marco Di Maio, arriva la replica di Acri (Forza Italia) che invece voterà SI al referendum

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

le affermazioni dell’Onorevole Marco DI MAIO pubblicate sui media, realizzano uno degli esempi di contraddizione e di espressione dell’antipolitica che a mio parere spingeranno per l’affermazione del SI alle prossime consultazioni referendarie. Quella parte del Parlamento che sostiene lo status quo chiedendo la fiducia per una successiva riforma costituzionale meglio organizzata, non è stata in grado di ratificare quelle norme che sostenessero quella dignità ed il rispetto del mandato dei parlamentari. Una di queste norme è quella che avrebbe impedito all’Onorevole DI MAIO ed altri di cambiare casacca in corsa ovvero raccogliere i voti in un territorio con un programma aderendo ad un partito e poi successivamente come fossero un suo patrimonio, portarli a sostegno di una altra causa, senza chiedersi se i suoi elettori fossero d’accordo, ma decidendo secondo le sue convenienze e convinzioni.

D’altra parte proprio il Capo del Governo che la parte politica dell’Onorevole DI MAIO sostiene è il più emblematico spot delle ragioni del SI al referendum. Il Premier Conte ha infatti dimostrato durante il periodo della pandemia l’inutilità assoluta del Parlamento, governando infatti con una serie di DCPM senza mai consultarlo. Inoltre in spregio dei milioni di euro che costano i parlamentari ed i loro staff, ha assunto una task force di tecnici governata dal Dottor ARCURI peraltro con i risultati che conosciamo, altresì pagata dai contribuenti, poiché evidentemente tra 945 parlamentari, già pagati, non c’erano persone capaci di tale compito.

Non mi sembra che il partito di ITALIA VIVA cui l’Onorevole DI MAIO fa parte abbia tolto indignato per il trattamento la fiducia al Governo Conte. Potrei continuare citando le norme per la legge Fornero applicate solo dopo molti anni ai parlamentari o quelle per i vitalizi, fino ai costi per la gestione dei palazzi della politica. Per carità nulla che possa incidere sul bilancio dello Stato in maniera insopportabile, ma la politica deve vivere di esempio se vuole continuare. Chiudo con un ricordo che appare emblematico. Nel 1987 a seguito delle vicende giudiziarie che coinvolsero Enzo TORTORA fu proposto e votato un referendum che ottenne circa l'83 per cento dell'elettorato a favore. C

Ciò nonostante, il Parlamento, con l'approvazione della cosiddetta «legge Vassalli» (legge n. 117 del 1988), disciplinò la materia in modo da vanificare del tutto l'esito del referendum. Si potrà avere fiducia di affidare al parlamento la riduzione del numero dei rappresentanti. Vedremo la scelta degli italiani ma per il momento esprimiamoci almeno con coerenza.

Raffaele ACRI – Forza Italia

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