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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Referendum costituzionale, i 45 volti del "no" del Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle di Forlì a poche settimane dal referendum, ha pubblicato un vero e proprio "collage" di 45 cittadini che fermamente si dichiarano per il "no"

“Nei giorni scorsi 43 politici di “lungo corso”, ex personaggi pubblici/politici di Forlì, ex assessori ed ex consiglieri comunali di area centrosinistra hanno sottoscritto un "manifesto per il sì" al prossimo Referendum Costituzionale in cui si deciderà delle sorti del Senato e del bicameralismo perfetto dell'Italia. Oggi il Movimento 5 stelle replica con un elenco di 45 normali cittadini, professionisti, lavoratori di ogni età e ceto sociale che “ogni giorno sono impegnati a portare a casa lo stipendio” senza godere dei privilegi della casta o della ribalta del potere cittadino, che hanno deciso di prendere una chiara posizione a favore del "No"".

Inizia così una nota del Movimento 5 Stelle di Forlì che, a poche settimane dal referendum, ha pubblicato un vero e proprio “collage” di 45 cittadini che fermamente si dichiarano per il “no” sulla riforma costituzionale. "A nostro parere ex amministratori che non hanno mai concorso realmente a cambiare in meglio il volto di questa città e politici di carriera che hanno fatto ormai il loro tempo non hanno nulla da suggerire a nessuno! Semmai sono le persone normali, quelle che “tirano la carretta” tutti i giorni per far andare avanti la famiglia e che magari sono impegnate nel sociale per rendere Forlì una città più vivibile, sicura e meno inquinata, a poter camminare a testa alta e chiedere ai cittadini di riflettere sull'importanza della consultazione del 4 dicembre”, proseguono i pentastellati.

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“Sotto ognuna delle 45 facce del manifesto, oltre al nome di battesimo, è stato riportato un messaggio motivato a favore del "No" al referendum e si indicano alcuni, tanti, motivi per “stoppare” la modifica alla Carta Costituzionale proposta dal trio Renzi/Verdini/Boschi… perchè la Costituzione non può essere modificata da un Governo senza un mandato popolare, perchè la riforma non deve dividere un Paese ma tenerlo unito, perchè il testo modificato lede i diritti delle minoranze consegnandoli in mano alla maggioranza, perchè nel rapporto Stato-Regioni introduce la clausola di supremazia su argomenti sensibili scavalcando le autonomie locali, perchè offre le chiavi di casa nostra all'Unione europea cedendo altri pezzi di sovranità, perchè limita i poteri di rappresentanza a vantaggio di un governo che “blinda” il Parlamento e propone un nuovo Senato ancor più controllabile e alla mercè di quanto non lo sia già oggi al sistema dei partiti e all'oligarchia che li comanda. Il Movimento 5 stelle di Forlì, con questo “manifesto dei 45”, “aggiunge la voce dei normali normali cittadini a quella di numerosi costituzionalisti del "No" e professori universitari che hanno definito la riforma costituzionale votata dalla maggioranza “l’anticamera di uno stravolgimento totale dei principi della nostra Costituzione e di una sorta di nuovo autoritarismo” che non risolverebbe le criticità scaturite dalla riforma del 2001”.

“Quella proposta da Renzi/Verdini/Boschi è da considerarsi una riforma non legittima perché prodotta da un Parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale e che, nel caso passasse, porterebbe gli amministratori locali chiamati a comporre il nuovo Senato a godere dell’immunità parlamentare. E' una riforma che anziché superare il bicameralismo paritario lo rende più confuso, creando conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra Camera e nuovo Senato. La riforma non semplifica il processo di produzione delle leggi, ma lo complica: le norme che regolano il nuovo Senato, infatti, produrrebbero almeno sette procedimenti legislativi differenti. Al contrario di quello che dice Renzi, i costi della politica non verranno dimezzati e con la riforma si andrà a risparmiare solo il 20%. Per le proposte di legge di iniziativa popolare aumenterà il numero dei cittadini necessari: serviranno 150mila firme contro le 50mila attuali. Invitiamo i cittadini a votare "No" perchè il combinato disposto riforma costituzionale-Italicum accentra il potere nella mani del governo, di un solo partito e di un solo leader, Renzi (che a tutt’oggi oltre ad aver stravolto il mondo del lavoro con il Jobs act, altro non ha fatto che favorire banche e poteri forti) non possiamo permetterci di lasciare nelle cui mani le sorti del Paese”, concludono i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle Simone Benini e Daniele Vergini.

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