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Referendum costituzionale, il "no" dei Verdi: "Col si resterà l'Italicum"

Marco Boato, dell'esecutivo nazionale dei Verdi, già membro della Commissione affari costituzionali di Camera e Senato nonché relatore sulla giustizia nella Bicamerale Dalema, ha illustrato a Forlì la posizione dei Verdi

"Non siamo contro questa modifica della Costituzione perché siamo contro Renzi ma siamo fortemente critici sul merito a prescindere dalla sopravvivenza del governo". Marco Boato, dell'esecutivo nazionale dei Verdi, già membro della Commissione affari costituzionali di Camera e Senato nonché relatore sulla giustizia nella Bicamerale Dalema, ha illustrato a Forlì la posizione dei Verdi a favore del "No" al referendum sulla riforma della Costituzione in programma il prossimo 4 dicembre.

"Renzi continua a parlare di derby fra fazioni contrarie ma la Costituzione non è un terreno di scontro ma la regola che unisce tutti i cittadini - continua Boato -. Da settimane, mesi ormai, assistiamo a uno scontro all'arma bianca fra contrapposte tifoserie che a colpi di slogan si fronteggiano, sottraendo di fatto ai cittadini la possibilità di capire il merito della riforma della Costituzione su cui saranno chiamati a votare.   Non abbiamo condiviso fin da subito questo metodo, è necessario che i cittadini capiscano e solo il ragionamento pacato può consentire di farlo, solo l'esame di merito e l'analisi del testo della riforma può garantire la necessaria consapevolezza nei confronti della legge fondamentale".

"Fra i tanti pasticci di questa riforma scritta male intendiamo metterne in evidenza due, con una premessa: la storia ci ha insegnato che le riforme costituzionali vanno condivise e quando non lo sono ci si deve fermare evitando forzature e lacerazioni come in questo caso - prosegue Boato -. Noi Verdi siamo favorevoli al superamento del bicameralismo paritario, ma la configurazione del nuovo Senato non rappresenta i territori come si pretenderebbe ma solo le forze politiche presenti in parlamento. Non si sa come i nuovi senatori verranno eletti e soprattutto appare inaccettabile che i consiglieri possano eleggere un sindaco per Regione in rappresentanza di tutti i sindaci di quella Regione che di fatto rappresenterà ancora una volta i partiti e non il territorio. Aggiungo in questa regione sarà un romagnolo o un emiliano?"

Boato trova "del tutto errata la modifica del titolo quinto della Costituzione approvata nel 2001 dal centrosinistra e approvata dai cittadini con referendum. quel testo viene stravolto viene centralizzato il potere in capo allo stato e l'80% delle competenze concorrenti viene sottratta alle regioni e con il nuovo comma 4 dell'articolo 117 il governo può intervenire sottraendo altre competenze intervenendo in nome dell'interesse nazionale. un esempio per tutti: sul Ponte di Messina che Renzi ripropone con questa riforma ne la regione Sicilia ne la Regione Calabria avranno più titolo di esprimere il loro parere".

"Il combinato disposto fra riforma costituzionale e legge elettorale, con i capilista bloccati in dieci collegi e con il 50% dei parlamentari nominati, con i senatori non più eletti dai cittadini, con la soppressione delle Province delle quali non si eleggono più gli amministratori mentre restano gli organismi che le hanno sostituite, con poltrone spartite con la logica dell'inciucio, con la cancellazione delle circoscrizioni, con la triplicazione delle firme per le leggi di iniziativa popolare e l'innalzamento a 800.000 per quelle necessarie per un referendum, possiamo tranquillamente affermare che vengono ridotti gli spazi democratici e ristretta la partecipazione popolare - conclude -. Una riforma dunque da respingere per i suoi contenuti ma anche perché se vincerà il si resterà l'Italicum, mentre solo la vittoria del No costringerà a riformare una legge del tutto incostituzionale".

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