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Referendum sulla giustizia, partita la raccolta firme: "Un tema caldo, che da troppo tempo non trova una soluzione"

"Nel primo weekend sono state raccolte oltre 100mila firme - ha esordito il deputato della Lega, Jacopo Morrone -. L'obiettivo è di 500mila firme"

E' partita la campagna di raccolta firme per i referendum sulla riforma della giustizia in favore dei sei quesiti su riforma del Csm, responsabilità diretta e equa valutazione dei magistrati, separazione delle carriere, limiti della custodia cautelare e abolizione della legge Severino. "Nel primo weekend sono state raccolte oltre 100mila firme - ha esordito il deputato della Lega, Jacopo Morrone -. L'obiettivo è di 500mila firme, ma l'inizio della campagna ha avuto un ottimo riscontro. Questa raccolta è promossa dalla Lega e dai Radicali, ma tanti altri partiti stanno aderendo, a prescindere dal colore politico".

Sul referendum è entrato nel dettaglio Enrico Sirotti Gaudenzi, responsabile del Dipartimento Giustizia della Lega Romagna: "Vogliamo tornare a quella libertà di potersi candidarsi autonomamente, senza condizionamenti di correnti all'interno della magistratura. Responsabilità civile chiede che i magistrati siano direttamente responsabili quando sbagliano, con la possibilità di citarli direttamente in giudizio senza lo scudo dello Stato. Equa valutazione dei magistrati significa conferire il diritto di voto agli avvocati e professori universitari, perchè attualmente vengono giudicati solo da altri magistrati. Quella della separazione delle carriere è un tema dibattuto da decenni, con la categoria dei magistrati attualmente racchiusa in un'unica categoria che rischia di mettere in gioco l'equilibrio e l'imparzialità della giustizia".

Si chiede l'abrogazione della legge Severino, "perchè deve essere il magistrato a decidere sull'eventuale incandibilità di un soggetto che ha subìto una condanna". "Un'iniziativa politica importante", come l'ha definita l'avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione Camere Penali Italiane, che gode anche dell'appoggio dell'avvocato Carlo Benini, presidente Camera penale della Romagna. "La consultazione popolare sui temi della giustizia è sempre un dato positivo ed un valore aggiunto in una dinamica politica che sui temi della giustizia è paralizzata", ha evidenziato Caiazza, che chiede "una risposta forte". Gli avvocati chiedono "che la pubblica opinione si esprima", ha fatto eco Benini.

Il referendum, ha affermato il sindaco Gian Luca Zattini, che ha aperto l'appuntamento, "va nell'ottica di capire cosa vogliono realmente le persone per il futuro della nostra giustizia. Si tratta di un tema caldo, che da troppo tempo non trova una soluzione. Nessun governo, che sia stato di destra o sinistra, ha avuto la forza e il coraggio di fare una riforma vera. Be venga quindi il referendum, perché al di sopra del popolo non c'è nessuno".

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