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Autonomia, Drei: "Serve una Romagna forte in Regione. Non una regione senza Romagna"

Il sindaco di Forlì e presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Davide Drei, interviene così a seguito della richiesta della Lega Nord di un referendum consultivo

"Non si spacca una Regione che funziona". Il sindaco di Forlì e presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Davide Drei, interviene così a seguito della richiesta della Lega Nord di un referendum consultivo affinchè i romagnoli possano esprimere il proprio voto sulla costituzione di una “entità regionale autonoma denominata Regione Romagna, con propria Assemblea regionale e un proprio governatore, senza ulteriori costi per la finanza pubblica”. Drei parla di una "Regione in vetta alle classifiche nazionali per tasso di crescita e occupazione, anche grazie alla Romagna. Lo dico a chi, in questi giorni, agita un'idea di “autonomia” della Romagna, arrivando persino a evocare un referendum popolare (costi compresi)".

"A non volerla considerare una boutade di fine estate in vista delle prossime elezioni, siamo quanto meno di fronte a un'ipotesi antistorica e del tutto contraria al percorso che, tra sindaci romagnoli, abbiamo intrapreso - prosegue -. Quello dell'integrazione e del consolidamento di una Romagna che per la prima volta può realizzare quella dimensione amministrativa mai avuta: quella della Provincia di Romagna, una identità forte che si fa amministrazione e che non divide, ma unisce, orientata allo sviluppo  e alla crescita, mantenendo e valorizzando i tratti distintivi di ogni territorio".

"E' questo il nostro percorso, concreto e a portata di mano, un percorso quanto mai attuale, ai tempi in cui è necessaria la riscrittura della nuova struttura istituzionale degli Enti locali. E' il percorso dal basso che ci vede al lavoro, come sindaci, per il riassetto istituzionale della nostra, e dico nostra, Regione - conclude -. La strada per lo sviluppo non passa per la frammentazione. Al contrario, solo insieme ci si può rafforzare, in termini di efficienza e di capacità di attrarre risorse per la crescita di una Romagna forte che vuole essere parte fondamentale per lo sviluppo dell'Emilia-Romagna e a sua volta traino del Paese intero.

L'intervento del Pd

Sulla questione intervengono anche i consiglieri regionali Valentina Ravaioli e Paolo Zoffoli: "La proposta della Lega Nord che vorrebbe dividere la Romagna dall'Emilia è una posizione non solo antistorica, ma priva di buon senso. Da due anni la nostra Regione si attesta come la prima in Italia per crescita del PIL, con il tasso di disoccupazione più basso, e un export in continua crescita. Un sistema regionale che in questi anni ha saputo reagire alla crisi e ripartire, facendo dell'Emilia-Romagna una delle regioni locomotiva del Paese, puntando sulla qualità dei servizi pubblici e sulla valorizzazione e il sostegno del sistema economico a partire dalle proprie eccellenze, come il manifatturiero ed il turismo, da Piacenza a Rimini".

"Al di là della propaganda, la Lega Nord non spiega però quale sia il vantaggio nel dividere un territorio regionale che sta ottenendo questi risultati - proseguono gli esponenti democratici regionali -. E non spiega nemmeno quale vantaggio ci sia per la collettività nel moltiplicare le istituzioni, creando due regioni, con due consigli regionali, più sedi istituzionali, più funzionari che fanno le stesse cose, due Giunte e due Presidenti etc… e  quindi aumentando inevitabilmente i costi a carico dei cittadini, senza di fatto fornire né maggiori servizi e neanche maggiori opportunità. È evidente che l'Emilia e la Romagna, da sole, sono più deboli e che per competere nel mondo globalizzato l'unione fa la forza. Proprio dall' unione delle nostre terre la risultante è che abbiamo la fortuna di vivere in una delle zone più avanzate d'Europa".

Concludono Ravaioli e Zoffoli: "Se vogliamo lavorare a delle proposte concrete ed utili per il territorio romagnolo proseguiamo nel percorso di riforma istituzionale creando la provincia unica romagnola e chiedendo che possa avere medesime competenze e risorse della città metropolitana di Bologna. Costruiamo un piano strategico romagnolo (come sarà possibile una volta approvata la nuova legge urbanistica) identificando, con il coinvolgimento anche delle organizzazioni sindacali e d'impresa, le priorità romagnole dal punto di vista economico ed infrastrutturale, e cercando di far convergere risorse su queste priorità. Non perdiamo tempo e risorse su vecchi e facili slogan, ma riempiamoli con proposte utili e concrete che portino risorse ed opportunità vere al territorio romagnolo".

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