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Regione Romagna, il Mar torna all'attacco: "Chiediamo il referendum per l'autonomia"

In seguito alla nomina di una Commissione di 35 Saggi da parte del Governo, d'intesa con il Presidente della Repubblica, il M.A.R. (Movimento per l'Autonomia della Romagna) ha deciso di rivolgersi ai membri

In seguito alla nomina di una Commissione di 35 Saggi da parte del Governo, d’intesa con il Presidente della Repubblica, il M.A.R. (Movimento per l’Autonomia della Romagna) ha deciso di rivolgersi ai membri di tale Commissione, istituita per formulare proposte per un riordino dell’assetto istituzionale e costituzionale italiano. La lettera, scritta dal portavoce del M.A.R., Riccardo Chiesa, è stata deliberata all’unanimità dal Comitato regionale del Movimento, che si è riunito a Forlì lo scorso 29 giugno.

L’intento è quello di ricordare la lunga battaglia che fu ingaggiata da illustri parlamentari, già in sede di Assemblea Costituente, per il riconoscimento della Romagna come ventunesima regione italiana. Questa battaglia “di democrazia e di giustizia”, si legge, è stata ripresa da Stefano Servadei e dalla sua creatura, il M.A.R., “allo scopo di mettere in mano ai cittadini romagnoli, e solo ad essi, una scheda referendaria così da poter far loro scegliere se essere amministrati dalla regione Romagna o dalla già esistente “Emilia trattino Romagna””.

Nella lettera si legge che “in ossequio al principio della sovranità popolare il M.A.R. (Movimento per l’Autonomia della Romagna) si permette oggi ricordarVi la lunga battaglia che alcuni illustri parlamentari ingaggiarono, in sede di Assemblea Costituente, per il riconoscimento della Romagna quale 21° regione italiana. Quella battaglia, che ebbe il suo mentore nel Senatore Aldo Spallicci, è stata ripresa oltre venti anni fa dall’On. Stefano Servadei e dalla sua creatura, il M.A.R. In tutti questi anni, invano abbiamo sollecitato i Consigli Comunali della Romagna a richiedere quel referendum espressamente previsto dall’art. 132 della nostra Carta Costituzionale, affinché i romagnoli, e solo i romagnoli, potessero scegliere come e da chi essere amministrati. Mentre, a parole, tutti si riempiono la bocca di democrazia, questo sacrosanto diritto ci è stato negato”.

“Non chiediamo il regalo della Regione Romagna; chiediamo solo che agli elettori di questa terra venga messa in mano una scheda referendaria, per esercitare il loro diritto di scelta”, chiede il M.A.R.

Nello Statuto, scrivono , “emerge anche una precisa circostanza: non aspiriamo a poltrone, prebende, rendite di alcun tipo, avendo lo Statuto previsto lo scioglimento del M.A.R. al raggiungimento del referendum per la Regione Romagna, una piccola patria inserita indissolubilmente nella patria Italia e nella più vasta patria Europa”.

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