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Regolamento delle attività rumorose, Forlì e co: "Problema sentito in centro ma nessun confronto coi cittadini"

Lunedì scorso è stato trattato in consiglio comunale il nuovo regolamento sulle attività rumorose, un documento complesso le cui disposizioni attengono ad una molteplicità di attività di natura commerciale

“Disciplinare le attività rumorose nei centri storici impone di trovare un punto di mediazione fra esigenze diverse: quella dei residenti al riposo e alla tranquillità, quella dei pubblici esercizi a valorizzare la propria attività economica, quella degli avventori a divertirsi e stare insieme.  Stupisce quindi che nel corso dei vari mesi in cui si è sviluppato l’iter di stesura del regolamento, il Comune di Forlì non si sia preoccupato non solo di discuterlo ma nemmeno di presentarlo ai cittadini del centro storico e ai rappresentanti del quartiere, sebbene proprio negli stessi mesi sia ad Arpae che alla Polizia locale siano arrivate diverse segnalazioni di residenti relative a tale problematica”: lo dice in una nota il gruppo consigliare di centro-sinistra “Forlì e Co”.

Lunedì scorso è stato trattato in consiglio comunale il nuovo regolamento sulle attività rumorose, un documento complesso le cui disposizioni attengono ad una molteplicità di attività di natura commerciale, produttiva e agricola. Uno degli ambiti più complessi che va a normare è quello relativo ai pubblici esercizi e alle attività di intrattenimento del centro storico, l’area della città in cui si trovano il maggior numero di locali e si svolgono le principali attività culturali, ricreative e di socialità.    

Continuano i consiglieri di 'Forlì e co' Federico Morgagni e Giorgio Calderoni: “Se trovare l’equilibrio fra esigenze diverse non è facile, giova ricordare interessanti esperienze con cui altre città si sono misurate con la questione e che anche Forlì potrebbe sperimentare (patti di collaborazione, street tutor, ecc.). Di certo, nasconderla sotto il tappeto non è il modo di gestirla. 
Peraltro, il tema della vivibilità e della serena convivenza fra residenti e pubblici esercizi non è affatto un aspetto di poco conto, se davvero si intende incentivare il ritorno della residenzialità in centro storico, obiettivo che, a parole, sembra condiviso da tutte le forze politiche”.
          
Ed ancora: “Eppure alle parole non tengono dietro i fatti, come capitato mesi fa, quando la Giunta aveva respinto la nostra proposta di dedicare una quota di stalli ai residenti o come è evidente dagli scarsissimi risultati raggiunti nell’incentivare la riqualificazione abitativa del patrimonio edilizio più vetusto.  Nel suo insieme, il tema del centro storico è scomparso dal dibattito pubblico. A tre anni e mezzo dall’entrata in carica e ad onta delle promesse, l’Amministrazione spicca esclusivamente per pochezza delle proposte e l’esiguità delle realizzazioni concrete. L’esempio più lampante è quello del “Piano per il centro storico” che, al momento dell’entrata in carica, Sindaco e Assessora avevano promesso sarebbe stato pronto “in autunno”. In effetti non avevano specificato di quale anno”.
    
Ed infine: “Di fatto non esiste partita strategica su cui la Giunta sia riuscita incidere. Niente sul fronte della riqualificazione dell’offerta commerciale, né dell’attrattività turistica, né della mobilità sostenibile. L’ultima possibilità per rompere l’inerzia è ormai affidata alla imminente discussione sul Piano urbanistico generale, nella definizione del quale si dovranno giocoforza delineare una visione strategica e un insieme di funzioni per il centro storico dei prossimi decenni. Speriamo che almeno su di esso l’Amministrazione voglia aprire un dibattito serio con cittadini, forze politiche, quartieri e portatori di interesse”.

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